DOMENICA 18 MAGGIO
PRESIDIO DI PROTESTA
E DI PROPOSTA
COMITATO BENI COMUNI VAL DI CECINA
aderiscono
MEDICINA DEMOCRATICA, CARC, MOVIMENTO 5 STELLE CECINA E ROSIGNANO
NO ALL’ACCORDO TRUFFA CON SOLVAY
GIù LE MANI DALL'ACQUA E DAL SALE DELLA VAL DI CECINA
Da almeno due anni, in Regione,
stanno tentando in tutti i modi di sbloccare lo sfruttamento del salgemma nelle
nuove miniere di ATI Sale, per aggirare le sentenze del TAR, che per ben due
volte hanno annullato le delibere regionali
di autorizzazione (2007 e 2010), perché l’allargamento dello
sfruttamento sotterraneo del sale non garantirebbe l’acqua alla popolazione.
Ora Solvay ci riprova con un
progetto per sei nuovi grandi pozzi e a complicare le cose a lorsignori è arrivata, nel giugno 2013, la condanna
della Magistratura sugli scarichi a mare: Solvay non ha rispettato l’Accordo di
programma del luglio 2003, pur avendo incassato fondi pubblici, e scarica
ancora oltre il doppio dei fanghi concordati, e con essi decine di tonnellate di sostanze tossiche, dall’arsenico
al mercurio, dal cromo al nikel, ecc.
In questi giorni in Regione
pensano di fare un nuovo Accordo di programma ( dopo che Solvay non ne ha
rispettati due, solo negli ultimi anni ) che prevede:
•
Allungamento dei tempi per la riduzione degli scarichi in mare (fino
all'eternità?);
•
Autorizzazione ai nuovi pozzi,
purchè distribuiti un po’ meglio lungo il fiume Cecina.
La Regione non chiederà altro a Solvay, nonostante tutto quello che abbiamo visto in un
secolo di sfruttamento coloniale delle risorse naturali, che ha reso la VdC un
luogo arido e pericoloso per gli sprofondamenti e le subsidenze, che ha
costretto la popolazione a bersi l’acqua delle autobotti , oltretutto per 10
anni in deroga ai limiti di legge, che ha fortemente contrastato lo sviluppo del turismo nella zona.
Un secolo del genere basta ed avanza!
Occorre che Solvay si doti a sue
spese di un dissalatore di acqua di mare, da cui ricavi acqua e sale,
sganciandosi dal salgemma della VdC e dalla sua acqua, sempre più scarsa ed inquinata.
Intorno al dissalatore, da alimentare con energia
alternativa pulita, e alla chiusura degli scandalosi scarichi a mare, può e deve ruotare la bonifica di tutta la vecchia
fabbrica, che solo così può avere un futuro.
Non si tratta di far chiudere la Solvay, ma di
costringerla a non inquinare e a non
devastare il territorio.
Una radicale ambientalizzazione dello stabilimento
Solvay e l'utilizzo di un dissalatore, rappresentano l’unica strada
percorribile in grado di garantire prima di tutto il futuro dei lavoratori Solvay. Se invece
continuerà il “mordi e fuggi”, i primi soggetti
a rischio saranno proprio loro, come a Piombino e a Taranto.
Una fabbrica che non rispetta
l’ambiente, non difende il lavoro né dei suoi operai, né della gente che vive
intorno. Solo con la lotta e con la mobilitazione dei lavoratori e della
popolazione, potremo garantirci la salvaguardia del lavoro e della salute.
Il nostro appello ai lavoratori Solvay e a tutti
i cittadini di Rosignano è di partecipare, uniti per la difesa di un lavoro
utile e dignitoso, per la difesa dell’ambiente e della salute nostra e dei
nostri figli
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