Il Coordinamento
Toscano per il Diritto alla Salute assume la giornata dell’8 marzo 2014 come
giornata di denuncia dello sfruttamento femminile e in difesa dei diritti e
della dignità della donna, mettendola al centro di una mobilitazione che
proponiamo sia condivisa da tutte le realtà che in Toscana si battono nelle maniere
più diverse in difesa del diritto alla salute e della sanità pubblica.
In quel giorno
focalizzeremo l’attenzione sull’attacco all’autodeterminazione delle donne,
attuato attraverso la neutralizzazione di fatto di alcuni diritti fondamentali,
conquistati in tanti anni di lotte sociali e civili. Nello stesso tempo
evidenzieremo quanto gli attacchi al diritto alla salute abbiano un’incidenza
particolare proprio per la condizione femminile.
Parliamo
innanzitutto del quotidiano contrasto alla legge 194, legge l’interruzione
Volontaria di Gravidanza e alla mancanza della sua piena applicazione. Il forte
incremento di obbiettori di coscienza, l’accentramento dei servizi, non
permette che questo diritto sia assicurato in tutti gli ospedali pubblici,
determinando di fatto delle differenze di classe tra “chi può” e chi non può,
gettando di nuovo le donne meno abbienti nel mondo della clandestinità a basso
costo e ad alto rischio di malattie e morte.
Un diritto
quotidianamente messo in discussione anche dai comitati pro life, no194., no
choice, (spesso finanziati con soldi pubblici ), che stanno svolgendo campagne
antiabortiste finalizzate alla rimessa in discussione della legge, anche
attraverso raccolta firme per la sua abrogazione.
La mancata piena
applicazione della 194 è dovuta anche alla chiusura dei consultori, limitando
di fatto la funzione educativa e di sostegno della donna in tutte le sue
scelte, è dovuta all’assenza di educazione sessuale nelle scuole primarie,
all’assenza di contraccezione gratuita.
A peggiorare la
condizione delle donne nel rapporto con il SSR, occorre evidenziare come la
Regione Toscana abbia messo in programma la chiusura dei punti nascita sotto i
1.000 parti motivandola con considerazioni poco fondate “di sicurezza”, come
dimostrato dai dati statistici, nascondendosi dietro il paravento della
sicurezza la scelta di effettuare tagli.
Contro queste
politiche proponiamo una mobilitazione che, a partire dai territori, dovrà
stabilire legami con le lotte che si stanno sviluppando in tutta Europa. Un
continente che, sotto il dominio dell’Unione Europea, sta tornando al Medio
Evo, in termini di negazione di diritti e autodeterminazione, come sta
avvenendo sia in Spagna, sia a livello di Parlamento europeo, con la recente
bocciatura della proposta di legge Estrela.
Soltanto un
sistema statuale laico può garantire i diritti dell’individuo.
In Italia,
nonostante il vorticoso alternarsi dei governi nazionali, l’attacco al SSN è
costante, perché risponde ai diktat della Troika europea e della borghesia
nazionale, che gerarchicamente dettano le condizioni del massacro sociale, in
atto nel nostro paese così come in tutto il continente. Emblematica la
situazione in Grecia , dove il sistema sanitario ha subito una distruzione
completa: in questo paese oggi le donne sono costrette a pagare 600 euro per il
parto, 1000 se cesareo, mettendo in discussione il diritto alla maternità.
In tema sanitario
e socio/assistenziale le scelte del “nuovo” governo Renzi si inseriranno in
quel solco, nel rispetto del cosiddetto “Pareggio di bilancio” inserito come
Legge in Costituzione. Dal 2016 i tagli “automatici” per ridurre un debito
“pubblico” creato da banche, speculatori e imprenditoria parassitaria, si
aggiungeranno alle “normali” manovre economiche governative.
Per realizzare
quelle politiche, le spese sanitarie rimangono un salvadanaio fondamentale al
quale attingere.
In Toscana la
Giunta Rossi è da anni all’avanguardia nell’indicare la strada migliore per
tagliare, dismettere o appaltare la sanità pubblica ai privati: Misericordie,
Pubblica Assistenza, Croce Verde, Medici associati e altri soggetti.
La lista dei tagli
in atto nella nostra Regione è così lunga e articolata che la ricordiamo solo
per titoli: centinaia di posti letto eliminati, chiusura di Punti nascita sotto
le 500 nascite annuali entro il 2013 e sotto le 1000 nascite antro il 2014,
riduzione da 12 a 6 delle centrali del 118, con prospettiva di portarle
addirittura a 3, progressiva eliminazione delle Guardie Mediche, chiusura dei
piccoli ospedali e di decine di presidi sanitari territoriali, costruzione di
quattro mega ospedali con il meccanismo del “Project Financing”, che regala ai
privati la loro gestione per decine di anni.
Nonostante questi
tagli draconiani e il costante aumento dei ticket, la Regione Toscana continua
a pagare per l'assistenza religiosa con finanziamenti di milioni di euro
a personale cattolico (islamici, ebraici e altri sono presenti, ma senza oneri
per le aziende) assunto su indicazione della curia e senza concorso.
Siamo di fronte ad
una vera e propria desertificazione sanitaria nelle periferie e
riorganizzazione del “centro”, che pesa ogni giorno di più nel sistema pubblico
restante, intasando i Pronto Soccorso e le cliniche, con aggravio di carichi di
lavoro per il personale sanitario, inefficienze e aumento vertiginoso di rischi
per l’utenza e i malati.
Una politica di
tagli portata avanti utilizzando a piene mani i mass media, attraverso i quali
gli Uffici Stampa della Regione e delle ASL tentano di abbindolare e
convincere gli utenti della correttezza di queste politiche, per “risanare”,
Ottimizzare”, razionalizzare”.
Dove la propaganda
non riesce a ottenere i risultati sperati – anche per merito delle lotte che
smontano la propaganda e le menzogne - Rossi, Marroni e gli strapagati
burocrati di ASL e Società della Salute spostano le responsabilità al governo
centrale, in un ipocrita e falso gioco delle parti tra il PD regionale e quello
nazionale.
I cittadini che si
rivolgono al SSN, i malati, le donne, gli anziani, i lavoratori ospedalieri
stanno maturando, sulla propria pelle, la coscienza di quel che accade ogni
giorno nella sanità pubblica e sui territori, devastati da politiche
industriali inquinanti e distruttive. La nascita di tanti comitati locali in
difesa della salute e del sistema sanitario pubblico è espressione di questa
presa di coscienza.
Il Coordinamento
Toscano per il Diritto alla Salute unifica molti di questi comitati, con
l’obiettivo di creare quella massa critica indispensabile per ipotizzare
un’inversione di tendenza, in grado di bloccare la distruzione di un servizio
salva - vita per le maggioranze meno abbienti della popolazione.
In questo percorso
di unificazione di lotte proponiamo a tutti i cittadini, alle donne, ai
lavoratori del settore sanitario, ai comitati locali, ai sindacati non
concertativi e alle forze politiche indipendenti dai governi bipartisan, per
SABATO 8 MARZO UNA GIORNATA REGIONALE DI LOTTA PER IL DIRITTO ALLA SALUTE E
ALLA SANITA’ PUBBLICA,
poiché è la donna uno dei soggetti più colpiti dai tagli
socio/sanitari, dalla crisi sociale, economica e lavorativa che stiamo vivendo.
I temi e gli
obiettivi generali che proponiamo di mettere al centro della giornata sono:
Contro l’attacco
al sistema socio/sanitario toscano e nazionale
Per la difesa
della Legge 194 per l’interruzione volontaria di gravidanza, sottoposta ad
attacchi e sabotaggi dagli integralisti cattolici, per scelte che favoriscano
la conoscenza e l’uso di contraccettivi con interventi che ne limitino i costi.
Contro la chiusura
di consultori e punti nascita.
Contro l’impropria
messa in carico alle aziende sanitarie e ospedaliere dei costi dell’assistenza
religiosa cattolica.
Per il rilancio di
una sanità pubblica finanziata con le risorse pubbliche regalate dai governi
nazionali e regionali a banche e speculatori, alle grandi opere inutili, alla
produzione e acquisto di armi, alle missioni di guerra all’estero.
Per il diritto
alla salute uguale e gratuito per tutti.
L’articolazione
della giornata che proponiamo per l’8 marzo non prevede una manifestazione
centrale ma un’articolazione locale, con una declinazione territoriale dei temi
proposti, in modo da valorizzare e includere nelle mobilitazioni le singole
vertenze portate avanti città per città.
Presidi, blocchi,
volantinaggi, assemblee, flashmob e ogni altra forma possibile di
mobilitazione, a segnare una giornata di lotta condivisa e unitaria, contro la
devastazione della sanità, dell’ambiente, del lavoro e quindi della salute
delle maggioranze.
Una proposta di
mobilitazione e lotta, sulla quale chiamiamo tutte le realtà toscane che si
battono in difesa di salute e sanità pubblica a esprimersi, ma soprattutto a
partecipare.
Per confrontarci
con tutte le forze sociali, sindacali e politiche sulla realizzazione della
giornata, sulle possibili convergenze e sulle forme che essa potrà assumere nei
vari territori, invitiamo tutte e realtà interessate alla
ASSEMBLEA PUBBLICA CHE SI
SVOLGERA' SABATO 1 MARZO ORE 10 a Firenze, presso il circolo ARCI di via delle
Porte Nuove.