sabato 24 maggio 2014


Articolo da Il Tirreno del 21 Maggio 2014


Lavori al porto: diffida al sindaco e esposto in Procura


Il Comitato Beni Comuni Bvdc ha presentato una diffida al sindaco di Cecina ed un esposto in procura contro i lavori del porto per l’accertamento di eventuali anni causati dallo stesso intervento. Alla base della diffida il fatto che «il progetto del porto restringe in misura sostanziale la bocca del fiume Cecina, ponendo le premesse per sue esondazioni devastanti in casi di piene, e che a pochi mesi dall'inizio della costruzione della diga del porto turistico di Cecina». Si fa riferimento all’alluvione del 30 gennaio scorso e alla piena del 21 ottobre 2013. Si ricorda che «l'erosione ha già colpito in maniera devastante le spiagge a nord e a sud della foce del fiume; le dighe hanno modificato le correnti marine, tanto che i detriti argillosi ed inquinati trasportati dal fiume vanno a depositarsi sulle spiagge a sud, fino a quelle di Bibbona». Si fa riferimento al dragaggio di detriti neri. Md continua: Ciò, dopo i danni di cui ai punti precedenti, dimostra che l'intera operazione del porto è insostenibile e nociva , a partire dal progetto stesso, che prevede appunto l'approfondimento a meno 4 metri del fiume Cecina, e riporti di materiali inquinati (da mercurio e cromo) dalla foce alle spiaggee . Si parla altreesì di 180 alberi tagliati, di una darsena e di un eliporto, di potenziali danni all’ambiente circostante e si chiede «l'annullamento della concessione e dell'autorizzazione in oggetto, diffidando l'Amministrazione comunale dall'ignorare le motivazioni qui espresse di supremo interesse pubblico».

Si trasmette la presente diffida anche alla Procura della Repubblica di Livorno «affinchè accerti se si ravvisino reati penali nella vicenda. Si fa riserva di inoltrare la presente diffida anche alla Procura della Corte dei Conti, per l'accertamento e l'eventuale sanzione circa il danneggiamento del patrimonio pubblico e del demanio».



giovedì 22 maggio 2014

Comunicato stampa Diffida ed Esposto alla Procura per Porto di Cecina


Comunicato stampa
Diffida al Sindaco di Cecina ed esposto alla procura sul porto di Cecina (Sintesi)
E’ stata consegnata ieri  19.5.14 la diffida al Sindaco di Cecina e inviata al Tribunale, per l’accertamento di eventuali reati, per i danni causati dai lavori del porto di Cecina.
PREMETTENDO che il progetto del porto restringe in misura sostanziale la bocca del fiume Cecina, ponendo le premesse per sue esondazioni  devastanti in casi di piene, e che a pochi mesi dall’inizio della costruzione della diga del porto turistico  di Cecina, i danni sono già evidenti:
-             l’alluvione del 30-31 gennaio 2014, che ha prodotto notevoli danni a Cecina, ha avuto almeno come concausa i lavori del  porto turistico in bocca di Cecina;
-              la piena precedente del fiume, il 21 ottobre 2013, pur modesta,  ha scalzato e inclinato le palancole della sponda destra, collocate dalla società che costruisce il porto ;
-             l’erosione ha già colpito in maniera devastante le spiagge a nord e a sud della foce del fiume;
-              le dighe hanno modificato le correnti marine, tanto che i detriti argillosi ed inquinati trasportati dal fiume vanno a depositarsi sulle spiagge a sud, fino a quelle di Bibbona.
-           nel marzo scorso sono stati eseguiti lavori del porto palesemente insostenibili:  il  grosso tubo di dragaggio del porto in costruzione riversava sulle spiagge di Cecina e in mare materiali di dragaggio di un odore insopportabile e di colore nero, quasi sicuramente venivano dragati dalla foce del Cecina sedimenti vecchissimi a notevole profondità, tanto da riportare alla luce scarichi civili ed industriali dei tempi in cui nessun comune né industria della val di Cecina avevano un depuratore, come d’altra parte ancor oggi per la maggior parte dei comuni. Ciò, dopo i danni di cui ai punti precedenti, dimostra  che l’intera operazione del porto è insostenibile e nociva ,  a partire dal progetto stesso, che prevede appunto l’approfondimento a meno 4 metri del fiume Cecina, e riporti di materiali inquinati dalla foce alle spiagge;
-           a seguito dell’evidenziazione sulla stampa di questo problema da parte del Comitato scrivente, le autorità emettevano il 24.4.14  una ordinanza di divieto di balneazione a valere fino al 31.5.14.
-          Inoltre il progetto prevede per il futuro il ripascimento delle spiagge – senza che sia specificato con chiarezza se a spese della società Circolo Nautico o della parte pubblica – con dragaggi inquinati da nichel e cromo, mentre mercurio, boro e arsenico non sono stati valutati  incidenti dalle Relazioni preliminari di parte del proponente;
CONSIDERATO che sono stati tagliati 180 pini di alto fusto del campeggio per fare posto al porto.
-          che viene scavata una grande darsena lato via Volterra, da riempire con acqua di mare (si sostiene da impermeabilizzare con argilla) che potrebbe inquinare alcuni pozzi ASA.
-          Che verrebbe costruito un eliporto, usabile da privati anche di notte.
-          Che verrebbero costruiti migliaia di metri cubi di cemento (albergo, capannoni, ristorante, sala congressi, parcheggi, ecc), che altererebbero per sempre il paesaggio.
Che la stessa Autorizzazione del 3.4.2013 prevede che “la presente autorizzazione potrà essere revocata da questa Amministrazione senza che i concessionari  possano nulla pretendere”.
Che la stessa Concessione Demaniale stabilisce che :”La concessione è revocabile in tutto o in parte  per sopravvenuti prevalenti motivi di interesse pubblico oggettivamente rilevanti senza che il Concessionario abbia diritto ad altro compenso od indennizzo o rimborso che quello determinabile ai sensi di legge.”
Che in sintesi, ad avviso degli scriventi,  non verrebbero rispettati né il vincolo paesaggistico, né quello idrogeologico gravanti sull’area, né la sicurezza e gli interessi dei cittadini,
Con la presente si chiede pertanto l’annullamento della Concessione e dell’Autorizzazione in oggetto, diffidando l’Amministrazione comunale dall’ignorare le motivazioni qui espresse di supremo interesse pubblico.
Si trasmette la presente diffida anche alla Procura della Repubblica di Livorno affinchè accerti se si ravvisino reati penali nella vicenda.
Si  fa riserva di inoltrare la presente diffida anche alla Procura della Corte dei Conti, per l’accertamento e l’eventuale sanzione circa il danneggiamento del patrimonio pubblico e del Demanio.

Cecina 19.5.14

Per il Comitato beni comuni Val di Cecina: Italiano Marisa, Maurizio Marchi, Roberto Bertini ed altri

Diffida al Sindaco di Cecina ed Esposto alla Procura sul Porto di Cecina


Alla Procura della Repubblica di Livorno

Al Sindaco di Cecina

Al Responsabile del Procedimento per il Comune di Cecina arch. Marco Baggiani

Oggetto: DIFFIDA STRAGIUDIZIALE e ISTANZA di riesame al fine dell‘ Annullamento in Autotutela e richiesta di accesso agli atti ex Legge n. 241/90 art 21 nonies e dell’art. 21 bis della L. 1034/71- Concessione demaniale marittima n. Rep. 10708 del 27.10.2011 alle soc. “Cecina servizi portuali srl” e “Circolo nautico spa” per la costruzione del porto turistico in bocca di Cecina e annessi. Autorizzazione del Comune di Cecina – Settore Gestione del Territorio – Ufficio Demanio a firma dell’arch. Marco Baggiani in data 3 aprile 2013.

I sottoscritti cittadini residenti nel Comune di Cecina, a loro avviso

PREMESSO che il progetto in oggetto restringe in misura sostanziale la bocca del fiume Cecina, ponendo le premesse per sue esondazioni devastanti in casi di piene,

premesso che a pochi mesi dall’inizio della costruzione della diga del porto turistico di Cecina, i danni sono già evidenti:

- l’alluvione del 30-31 gennaio 2014, che ha prodotto notevoli danni a Cecina, ha avuto almeno come concausa i lavori del porto turistico in bocca di Cecina;

- la piena precedente del fiume, il 21 ottobre 2013, pur modesta, ha scalzato e inclinato le palancole della sponda destra, collocate dalla società che costruisce il porto ;

- l’erosione ha già colpito in maniera devastante le spiagge a nord e a sud della foce del fiume;

- le dighe hanno modificato le correnti marine, tanto che i detriti argillosi ed inquinati trasportati dal fiume vanno a depositarsi sulle spiagge a sud, fino a quelle di Bibbona.

- nel marzo c.a. sono stati eseguiti lavori del porto palesemente insostenibili: il grosso tubo di dragaggio del porto in costruzione riversava sulle spiagge di Cecina e in mare materiali di dragaggio di un odore insopportabile e di colore nero, senza che nessuno intervenisse. Quasi sicuramente venivano dragati dalla foce del Cecina sedimenti vecchissimi a notevole profondità, tanto da riportare alla luce scarichi civili ed industriali dei tempi in cui nessun comune né industria della val di Cecina avevano uno straccio di depuratore, come d’altra parte ancor oggi per la maggior parte dei comuni. Ciò, dopo i danni di cui ai punti precedenti, dimostra che l’intera operazione del porto è insostenibile e nociva , a partire dal progetto stesso, che prevede appunto l’approfondimento a meno 4 metri del fiume Cecina, e riporti di materiali inquinati dalla foce alle spiagge;

- a seguito dell’evidenziazione sulla stampa di questo problema da parte del Comitato scrivente, le autorità emettevano il 24.4.14 una ordinanza di divieto di balneazione a valere fino al 31.5.14.

- Premesso altresì che il progetto prevede per il futuro il ripascimento delle spiagge – senza che sia specificato con chiarezza se a spese della società Circolo Nautico o della parte pubblica – con dragaggi inquinati da nichel e cromo, mentre mercurio, boro e arsenico non sono stati valutati incidenti dalle Relazioni preliminari di parte del proponente;

  • premesso pertanto che risulta già evidente il fallimento dell’obiettivo centrale, dichiarato dell’Amministrazione comunale nella Concessione demaniale contro cui si ricorre, fallimento che si concretizza nella gravemente accresciuta erosione delle spiagge, nel loro ulteriore inquinamento, nel pericolo per l’erosione delle pinete, nel pericolo gravissimo e già avveratosi - tale da compromettere anche il mercato immobiliare locale - di alluvione di Cecina Marina , nel pericolo e nello scadimento della fruibilità dei Tomboli e del mare con l’aumento del traffico, e dei relativi scarichi e rumori di motori marini, automobilistici ed elicotteristi.

CONSIDERATO che i motivi di danno già evidenti oggi, si aggraverebbero con il tempo, anche a spese pubbliche, in caso della perdurante vigenza della Concessione in oggetto;

che sono stati tagliati 180 pini di alto fusto del campeggio per fare posto al porto.

che viene scavata una grande darsena lato via Volterra, da riempire con acqua di mare (si sostiene da impermeabilizzare con argilla) che potrebbe inquinare alcuni pozzi ASA.

Che verrebbe costruito un eliporto, usabile da privati anche di notte.

Che verrebbero costruiti migliaia di metri cubi di cemento (albergo, capannoni, ristorante, sala congressi, parcheggi, ecc), che altererebbero per sempre il paesaggio.

Che la stessa Autorizzazione del 3.4.2013 prevede che “la presente autorizzazione potrà essere revocata da questa Amministrazione senza che i concessionari possano nulla pretendere”.

Che la stessa Concessione Demaniale stabilisce che :”La concessione è revocabile in tutto o in parte per sopravvenuti prevalenti motivi di interesse pubblico oggettivamente rilevanti senza che il Concessionario abbia diritto ad altro compenso od indennizzo o rimborso che quello determinabile ai sensi di legge.”

Che in sintesi, ad avviso degli scriventi, non verrebbero rispettati né il vincolo paesaggistico, né quello idrogeologico gravanti sull’area, né la sicurezza e gli interessi dei cittadini,

tutto ciò premesso e considerato, con la presente si chiede l’annullamento della Concessione e dell’Autorizzazione in oggetto, diffidando l’Amministrazione comunale dall’ignorare le motivazioni qui espresse di supremo interesse pubblico.

I sottoscritti cittadini, nell’attesa entro trenta giorni della risposta, dichiarano di

- Di essere consapevoli che in caso di dichiarazioni false si rendono applicabili le sanzioni civili e penali previste per legge.

  • Di essere informati ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 3 del d.p.r. n. 184/2006, che copia della presente istanza potrà essere trasmessa ad eventuali soggetti controinteressati di cui all’art. 22, comma 1, lettera c) della Le3gge n. 241/90. -, di essere a conoscenza, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 14 del D. Lgs 196/2003, che i dati personali, di cui alla presente istanza sono richiesti obbligatoriamente ai fini del procedimento. Gli stessi, trattati anche con strumenti informatici, non saranno diffusi ma potranno essere comunicati soltanto a soggetti pubblici interessati al procedimento, nonché ad eventuali soggetti controinteressati individuati ai sensi dell’art. 3 del D.P.R. n. 184/2006.

Tanto premesso, i sottoscritti DIFFIDANO l’Amministrazione Comunale di Cecina

nella persona del sindaco pro tempore e del Responsabile del Procedimento, previa sospensione degli effetti dell’atto, visto il potere di discrezionalità amministrativa in loro possesso, a voler con celerità provvedere al riesame dei provvedimenti sopra indicati, e di procedere al loro correlativo annullamento e/ o eventualmente alla loro rettifica entro e non oltre 15 gg. dal ricevimento del presente atto; e contestualmente a voler effettuare il riesame al fine dell‘ annullamento in autotutela della Concessione demaniale marittima n. Rep. 10708 del 27.10.2011, ai sensi dell’art. 21 nonies della Legge n. 241/90 e dell’art. 21 bis della L. 1034/71, e dell’Autorizzazione del 3.4.13.

Si allega relazione del geologo Riccardo Caniparoli, secondo la quale il restringimento di quasi la metà della bocca del Cecina potrà causare alluvioni a Cecina Marina e a monte, ed altri effetti negativi per il turismo e per la salute.

Si trasmette la presente diffida anche alla Procura della Repubblica di Livorno affinchè accerti se si ravvisino reati penali nella vicenda.

Si fa riserva di inoltrare la presente diffida anche alla Procura della Corte dei Conti, per l’accertamento e l’eventuale sanzione circa il danneggiamento del patrimonio pubblico e del Demanio.

Cecina 19 maggio 2014

sabato 17 maggio 2014

UN LAVORO UTILE E DIGNITOSO PER I LAVORATORI SOLVAY



DOMENICA 18 MAGGIO

PRESIDIO DI PROTESTA
E DI PROPOSTA

dalle ore 16.00  Lungomare Colombo  Rosignano Solvay
promuove
COMITATO BENI COMUNI VAL DI CECINA
aderiscono
MEDICINA DEMOCRATICA, CARC, MOVIMENTO 5 STELLE CECINA E ROSIGNANO

NO ALL’ACCORDO TRUFFA CON SOLVAY
GIù LE MANI DALL'ACQUA E DAL SALE DELLA VAL DI CECINA

Da almeno due anni, in Regione, stanno tentando in tutti i modi di sbloccare lo sfruttamento del salgemma nelle nuove miniere di ATI Sale, per aggirare le sentenze del TAR, che per ben due volte hanno annullato le delibere regionali  di autorizzazione (2007 e 2010), perché l’allargamento dello sfruttamento sotterraneo del sale non garantirebbe l’acqua alla popolazione.
Ora Solvay ci riprova con un progetto per sei nuovi grandi pozzi e a complicare le cose a lorsignori  è arrivata, nel giugno 2013, la condanna della Magistratura sugli scarichi a mare: Solvay non ha rispettato l’Accordo di programma del luglio 2003, pur avendo incassato fondi pubblici, e scarica ancora oltre il doppio dei fanghi concordati, e con essi  decine di tonnellate di sostanze tossiche, dall’arsenico al mercurio, dal cromo al nikel, ecc.

In questi giorni in Regione pensano di fare un nuovo Accordo di programma ( dopo che Solvay non ne ha rispettati due, solo negli ultimi anni ) che prevede:
                  Allungamento dei tempi per la riduzione degli scarichi in mare (fino all'eternità?);
                  Autorizzazione ai nuovi pozzi,  purchè distribuiti un po’ meglio lungo il fiume Cecina.

La Regione non chiederà  altro a Solvay, nonostante  tutto quello che abbiamo visto in un secolo di sfruttamento coloniale delle risorse naturali, che ha reso la VdC un luogo arido e pericoloso per gli sprofondamenti e le subsidenze, che ha costretto la popolazione a bersi l’acqua delle autobotti , oltretutto per 10 anni in deroga ai limiti di legge, che ha fortemente contrastato  lo sviluppo del turismo nella zona.

Un secolo del genere basta ed avanza!
Occorre che Solvay si doti a sue spese di un dissalatore di acqua di mare, da cui ricavi acqua e sale, sganciandosi dal salgemma della VdC e dalla sua acqua, sempre più scarsa ed inquinata.

Intorno al dissalatore, da alimentare con energia alternativa pulita, e alla chiusura degli scandalosi scarichi a mare, può e deve ruotare la bonifica di tutta la vecchia fabbrica, che solo così può avere un futuro.
Non si tratta di far chiudere la Solvay, ma di costringerla a  non inquinare e a non devastare il territorio.
Una radicale ambientalizzazione dello stabilimento Solvay e l'utilizzo di un dissalatore, rappresentano l’unica strada percorribile in grado di garantire prima di tutto il  futuro dei lavoratori Solvay. Se invece continuerà il “mordi e fuggi”, i primi soggetti  a rischio saranno proprio loro, come a Piombino e a Taranto.
Una fabbrica che non rispetta l’ambiente, non difende il lavoro né dei suoi operai, né della gente che vive intorno. Solo con la lotta e con la mobilitazione dei lavoratori e della popolazione, potremo garantirci la salvaguardia del lavoro e della salute.

Il nostro appello ai lavoratori Solvay e a tutti i cittadini di Rosignano è di partecipare, uniti per la difesa di un lavoro utile e dignitoso, per la difesa dell’ambiente e della salute nostra e dei nostri figli

venerdì 21 febbraio 2014

PER UN 8 MARZO IN DIFESA DEL DIRITTO ALLA SALUTE DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE E REGIONALE DEL DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE DELLE DONNE NELLA VITA E NELLA GESTIONE DELLA PROPRIA SALUTE






Il Coordinamento Toscano per il Diritto alla Salute assume la giornata dell’8 marzo 2014 come giornata di denuncia dello sfruttamento femminile e in difesa dei diritti e della dignità della donna, mettendola al centro di una mobilitazione che proponiamo sia condivisa da tutte le realtà che in Toscana si battono nelle maniere più diverse in difesa del diritto alla salute e della sanità pubblica.

In quel giorno focalizzeremo l’attenzione sull’attacco all’autodeterminazione delle donne, attuato attraverso la neutralizzazione di fatto di alcuni diritti fondamentali, conquistati in tanti anni di lotte sociali e civili. Nello stesso tempo evidenzieremo quanto gli attacchi al diritto alla salute abbiano un’incidenza particolare proprio per la condizione femminile.
Parliamo innanzitutto del quotidiano contrasto alla legge 194, legge l’interruzione Volontaria di Gravidanza e alla mancanza della sua piena applicazione. Il forte incremento di obbiettori di coscienza, l’accentramento dei servizi, non permette che questo diritto sia assicurato in tutti gli ospedali pubblici, determinando di fatto delle differenze di classe tra “chi può” e chi non può, gettando di nuovo le donne meno abbienti nel mondo della clandestinità a basso costo e ad alto rischio di malattie e morte.
Un diritto quotidianamente messo in discussione anche dai comitati pro life, no194., no choice, (spesso finanziati con soldi pubblici ), che stanno svolgendo campagne antiabortiste finalizzate alla rimessa in discussione della legge, anche attraverso raccolta firme per la sua abrogazione.
La mancata piena applicazione della 194 è dovuta anche alla chiusura dei consultori, limitando di fatto la funzione educativa e di sostegno della donna in tutte le sue scelte, è dovuta all’assenza di educazione sessuale nelle scuole primarie, all’assenza di contraccezione gratuita. 
A peggiorare la condizione delle donne nel rapporto con il SSR, occorre evidenziare come la Regione Toscana abbia messo in programma la chiusura dei punti nascita sotto i 1.000 parti motivandola con considerazioni poco fondate “di sicurezza”, come dimostrato dai dati statistici, nascondendosi dietro il paravento della sicurezza la scelta di effettuare tagli.
Contro queste politiche proponiamo una mobilitazione che, a partire dai territori, dovrà stabilire legami con le lotte che si stanno sviluppando in tutta Europa. Un continente che, sotto il dominio dell’Unione Europea, sta tornando al Medio Evo, in termini di negazione di diritti e autodeterminazione, come sta avvenendo sia in Spagna, sia a livello di Parlamento europeo, con la recente bocciatura della proposta di legge Estrela.
Soltanto un sistema statuale laico può garantire i diritti dell’individuo.
In Italia, nonostante il vorticoso alternarsi dei governi nazionali, l’attacco al SSN è costante, perché risponde ai diktat della Troika europea e della borghesia nazionale, che gerarchicamente dettano le condizioni del massacro sociale, in atto nel nostro paese così come in tutto il continente. Emblematica la situazione in Grecia , dove il sistema sanitario ha subito una distruzione completa: in questo paese oggi le donne sono costrette a pagare 600 euro per il parto, 1000 se cesareo, mettendo in discussione il diritto alla maternità.
In tema sanitario e socio/assistenziale le scelte del “nuovo” governo Renzi si inseriranno in quel solco, nel rispetto del cosiddetto “Pareggio di bilancio” inserito come Legge in Costituzione. Dal 2016 i tagli “automatici” per ridurre un debito “pubblico” creato da banche, speculatori e imprenditoria parassitaria, si aggiungeranno alle “normali” manovre economiche governative.
Per realizzare quelle politiche, le spese sanitarie rimangono un salvadanaio fondamentale al quale attingere.
In Toscana la Giunta Rossi è da anni all’avanguardia nell’indicare la strada migliore per tagliare, dismettere o appaltare la sanità pubblica ai privati: Misericordie, Pubblica Assistenza, Croce Verde, Medici associati e altri soggetti.
La lista dei tagli in atto nella nostra Regione è così lunga e articolata che la ricordiamo solo per titoli: centinaia di posti letto eliminati, chiusura di Punti nascita sotto le 500 nascite annuali entro il 2013 e sotto le 1000 nascite antro il 2014, riduzione da 12 a 6 delle centrali del 118, con prospettiva di portarle addirittura a 3, progressiva eliminazione delle Guardie Mediche, chiusura dei piccoli ospedali e di decine di presidi sanitari territoriali, costruzione di quattro mega ospedali con il meccanismo del “Project Financing”, che regala ai privati la loro gestione per decine di anni.
Nonostante questi tagli draconiani e il costante aumento dei ticket, la Regione Toscana continua a pagare per l'assistenza religiosa con finanziamenti di milioni  di euro a personale cattolico (islamici, ebraici e altri sono presenti, ma senza oneri per le aziende)  assunto su indicazione della curia e senza concorso.
Siamo di fronte ad una vera e propria desertificazione sanitaria nelle periferie e riorganizzazione del “centro”, che pesa ogni giorno di più nel sistema pubblico restante, intasando i Pronto Soccorso e le cliniche, con aggravio di carichi di lavoro per il personale sanitario, inefficienze e aumento vertiginoso di rischi per l’utenza e i malati.
Una politica di tagli portata avanti utilizzando a piene mani i mass media, attraverso i quali gli Uffici Stampa della Regione e delle ASL tentano di abbindolare e convincere gli utenti della correttezza di queste politiche, per “risanare”, Ottimizzare”, razionalizzare”.
Dove la propaganda non riesce a ottenere i risultati sperati – anche per merito delle lotte che smontano la propaganda e le menzogne - Rossi, Marroni e gli strapagati burocrati di ASL e Società della Salute spostano le responsabilità al governo centrale, in un ipocrita e falso gioco delle parti tra il PD regionale e quello nazionale.
I cittadini che si rivolgono al SSN, i malati, le donne, gli anziani, i lavoratori ospedalieri stanno maturando, sulla propria pelle, la coscienza di quel che accade ogni giorno nella sanità pubblica e sui territori, devastati da politiche industriali inquinanti e distruttive. La nascita di tanti comitati locali in difesa della salute e del sistema sanitario pubblico è espressione di questa presa di coscienza.
Il Coordinamento Toscano per il Diritto alla Salute unifica molti di questi comitati, con l’obiettivo di creare quella massa critica indispensabile per ipotizzare un’inversione di tendenza, in grado di bloccare la distruzione di un servizio salva - vita per le maggioranze meno abbienti della popolazione.
In questo percorso di unificazione di lotte proponiamo a tutti i cittadini, alle donne, ai lavoratori del settore sanitario, ai comitati locali, ai sindacati non concertativi e alle forze politiche indipendenti dai governi bipartisan, per SABATO 8 MARZO UNA GIORNATA REGIONALE DI LOTTA PER IL DIRITTO ALLA SALUTE E ALLA SANITA’ PUBBLICA,
poiché è la donna uno dei soggetti più colpiti dai tagli socio/sanitari, dalla crisi sociale, economica e lavorativa che stiamo vivendo.
I temi e gli obiettivi generali che proponiamo di mettere al centro della giornata sono:
Contro l’attacco al sistema socio/sanitario toscano e nazionale
Per la difesa della Legge 194 per l’interruzione volontaria di gravidanza, sottoposta ad attacchi e sabotaggi dagli integralisti cattolici, per scelte che favoriscano la conoscenza e l’uso di contraccettivi con interventi che ne limitino i costi.
Contro la chiusura di consultori e punti nascita.
Contro l’impropria messa in carico alle aziende sanitarie e ospedaliere dei costi dell’assistenza religiosa cattolica.
Per il rilancio di una sanità pubblica finanziata con le risorse pubbliche regalate dai governi nazionali e regionali a banche e speculatori, alle grandi opere inutili, alla produzione e acquisto di armi, alle missioni di guerra all’estero.
Per il diritto alla salute uguale e gratuito per tutti.
L’articolazione della giornata che proponiamo per l’8 marzo non prevede una manifestazione centrale ma un’articolazione locale, con una declinazione territoriale dei temi proposti, in modo da valorizzare e includere nelle mobilitazioni le singole vertenze portate avanti città per città.
Presidi, blocchi, volantinaggi, assemblee, flashmob e ogni altra forma possibile di mobilitazione, a segnare una giornata di lotta condivisa e unitaria, contro la devastazione della sanità, dell’ambiente, del lavoro e quindi della salute delle maggioranze.
Una proposta di mobilitazione e lotta, sulla quale chiamiamo tutte le realtà toscane che si battono in difesa di salute e sanità pubblica a esprimersi, ma soprattutto a partecipare.
Per confrontarci con tutte le forze sociali, sindacali e politiche sulla realizzazione della giornata, sulle possibili convergenze e sulle forme che essa potrà assumere nei vari territori, invitiamo tutte e realtà interessate alla
ASSEMBLEA PUBBLICA CHE SI SVOLGERA' SABATO 1 MARZO ORE 10 a Firenze, presso il circolo ARCI di via delle Porte Nuove.

mercoledì 5 febbraio 2014

ALLUVIONE A CECINA UNA TRAGEDIA ANNUNCIATA: I MEDIA NON PARLANO DEL PORTO, MA LA GENTE SI!

SABATO 8 FEBBRAIO DALLE ORE 17 PRESIDIO IN PIAZZA A CECINA
PER LA TUTELA DELL'AMBIENTE, DELLA SICUREZZA  E DELLA SALUTE DEI CITTADINI 
CONTRO LE OPERE INUTILI E DANNOSE


Nei molti capannelli di cittadini che osservavano preoccupati la piena del fiume Cecina venerdì mattina, si parlava sottovoce delle colpe del porto turistico in costruzione, che altera la foce ed  impedisce il libero deflusso delle acque.

Non i media prezzolati, che semmai assolvono in anticipo il devastante porto.
Risultato:
tutta la parte nord di Cecina allagata, strade, distributori, case, sottopassi, fabbriche, dal Fiorino alla Cinquantina, alla Mazzanta di Vada dove, precipitosamente per facilitare il deflusso delle acque del fiume in mare, è stato riaperto, dopo 30 anni, il Fosso Tahiti e vicino al mare è stato scavato un fossato di 40 metri per permettere alle acque di dirigersi al largo. Ed in più, alla foce del Cecina, quasi come “firma” un chiattone di lavoro del porto staccatosi dagli ormeggi, ha distrutto decine di barche ormeggiate.

Una tragedia da noi annunciata e finora inascoltata

Infatti, già dallo scorso novembre, con presidi, volantinaggi, comunicati alla stampa, abbiamo espresso la nostra forte preoccupazione sul pericolo rappresentato dai lavori del nuovo porto, di contrarietà nei confronti di un'operazione palesemente speculativa e di selvaggia cementificazione, nell'interesse esclusivamente privato di comitati di affari, da noi definita
“Uno scempio privato a danno di tutti”
Abbiamo chiesto che venisse messo al primo posto la sicurezza, l'incolumità della cittadinanza e la tutela del territorio, con il blocco immediato dei lavori e il ripristino della foce del fiume Cecina, argomentazioni supportate dalla valutazione del geologo Riccardo Caniparoli, consulente di Italia Nostra, che ha sempre sostenuto che il restringimento di quasi la metà della bocca del fiume Cecina, ESPONE a rischio alluvionale il territorio di Marina di Cecina e a monte, sottoponendo la popolazione alla minaccia di esondazioni ed allagamenti.
Ed ecco che venerdì scorso, 31 gennaio la piena del fiume ha rotto gli argini, pur in presenza di una piovosità insistente ma non eccezionale e soprattutto in assenza di libeccio.  
Più volte abbiamo richiesto un Consiglio Comunale aperto per informare tutta la cittadinanza, ma ancora aspettiamo che sia convocato!!!
Quali interessi rappresenta questa giunta comunale?
Nel frattempo, le nuove dighe hanno modificato le correnti marine e l'erosione ha già colpito in maniera devastante le spiagge a nord e a sud della foce del fiume Cecina. Saranno necessari continui ripascimenti per evitare che le spiagge scompaiono, a spese di chi? della collettività?
Chi parla di occupazione intorno al porto, deve fare i conti con l’occupazione distrutta o messa in crisi da questa alluvione, con l’allagamento di aziende e cave, ed altri danni al sistema produttivo.
Denunciamo infine un disastro nel disastro più generale: i laghetti Magona, che nascondono una grande discarica comunale di rifiuti speciali ed urbani, operante fino all’inizio degli anni 90, sono tracimati a loro volta, inondando i campi circostanti per decine di ettari: che cosa è stato trasportato su di essi ?

CHIEDIAMO

  •  L’istituzione immediata di una commissione d’inchiesta sull’accaduto, con la presenza delle realtà e dei comitati contrari alla realizzazione del nuovo porto, che chiarisca responsabilità ed individui e fissi i risarcimenti.
  • La fermata cautelativa dei lavori del porto;
  • Una nuova  VIA del Porto  alla luce delle alluvioni del 31 gennaio e del 21 ottobre  scorso;
  • La verifica immediata dei ritardi sulla costruzione degli argini remoti,  previsti da decenni,  e realizzati di recente  solo in parte,  ed a quanto pare inadeguati. Argini costruiti anche allo scopo di rendere edificabili aree a rischio.
  • La viabilità limitata e vigilata per il ponte  su via Volterra (accesso al porto, area interamente allagata), già lesionato  prima dell’alluvione ed ora ulteriormente  indebolito.



Comitato Beni Comuni Val di Cecina, Medicina Democratica, PCARC, G.I.A.N.

martedì 21 gennaio 2014

IL TAR ACCOGLIE LE RAGIONI DI SOS GEOTERMIA - COORDINAMENTO DEI MOVIMENTI PER L'AMIATA

diavolo bagnore4
Il TAR ferma Bagnore 4. Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi!
Accolte le nostre ragioni, ora le amministrazioni facciano il loro dovere.
Il TAR Toscana annulla l'AIA, l'autorizzazione per i lavori della centrale geotermica Bagnore 4,...
perchè le prescrizioni contenute nella VIA non sono state soddisfatte.
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https://sosgeotermia.noblogs.org/2014/01/21/il-tar-ferma-bagnore-4-il-diavolo-fa-le-pentole-ma-non-i-coperchi/