Sezione di Livorno e della Val di
Cecina
Alla Procura della Repubblica di
Livorno
(alla cortese attenzione del sostituto
procuratore RIZZO)
Oggetto : Scarichi Solvay, nocività e
sospetto di truffa.
Si fa seguito alla nota del
20.6.06 inviata per conoscenza a codesta spett. Procura, e per
competenza al Sindaco di Rosignano Marittimo, avente ad oggetto
“Diffida a permettere balneazione e sosta alle spiagge bianche”,
che si allega in copia. (allegato 1)
Nel frattempo questa Associazione
interessava della questione anche altre Autorità, con la nota del
1.3.2007, che si allega in copia, rimasta senza alcuna risposta
(allegato 2).
Le questioni che si pongono con il
presente esposto sono le seguenti.
La soc. Solvay di Rosignano, non
rispettando gli impegni formalmente sottoscritti con l’Accordo di
programma del 31.7.03 ( a cui sono collegati un pre-accordo del
luglio 2002 e un accordo “per la definizione dei tempi e delle
modalità per l’erogazione del finanziamento” del 23.6.04)
1 – ha arrecato danno alla salute
pubblica e all’ecosistema marino, continuando nello scarico di
solidi sospesi e di mercurio, oltre i limiti dell’accordo per i
solidi,
2 – ha ricevuto illecitamente
finanziamenti pubblici legati al programma di riduzione degli
scarichi, non rispettato, di cui all’Accordo citato,
3 – ha costruito un nuovo impianto
(elettrolisi a membrana) detto “Progetto Leonardo” senza
un’adeguata preventiva bonifica del sito inquinato, come previsto
dalla legge,
4 - dato che il rispetto dell’Accordo
citato era la condizione indispensabile per ottenere
l’autorizzazione in deroga agli scarichi a mare, effettivamente
concessa dalla Provincia di Livorno il 21.1.2000 e reiterata nel
2004, il non rispetto dell’Accordo rende automaticamente illegale
lo scarico di solidi sospesi in mare oltre i limiti di legge, dal
2000 alla data odierna.
L’Accordo di programma del 31.7.03
prevedeva in sintesi:
a) solidi scaricati in mare in 200.000
tonnellate/anno: riduzione del 30% entro il 31.12.2003, riduzione
complessiva del 60% entro il 31.12.2006, riduzione complessiva del
70% entro il 31.12.2007.
b) fermata dell’elettrolisi a
mercurio entro il 31.12.2007 e costruzione della nuova elettrolisi a
membrana entro il 31.12.2006 previa bonifica del sito inquinato.
c) Risparmi d’acqua dolce e di
materiali di cava.
d) Finanziamenti pubblici a fondo
perduto per circa 20 milioni di euro.
Scarico di solidi in mare
Questa Associazione ha chiesto ed
ottenuto , ai sensi della legge 241/90 le relazioni semestrali
redatte da ARPAT Livorno, previste nell’Autorizzazione prov.le del
21.1.2000, dal 2001 al 2007 compreso.
Dalla relazione relativa al 2°
semestre 2007 risulta che – al 31.12.2007, termine ultimo di
verifica dei risultati – gli scarichi Solvay in mare ammontavano
ancora a 148.359 tonnellate annue, mentre avrebbero dovuto - ai
sensi dell’Accordo citato – ammontare ad un massimo di 60.000
t/a (riduzione del 70 % su 200.000 t/a).
Tale fallimento del risultato
concordato nell’Accordo avrebbe dovuto essere ampiamente previsto
dalle Autorità preposte al controllo, riunite in una “Commissione
di Verifica dell’Accordo”, dato che i risultati intermedi erano
stati falliti.
Infatti dalle relazioni semestrali
ARPAT risulta – nonostante che la portata del fosso di scarico
fosse misurata solo da Solvay almeno a tutto il 2006, e fornita alle
autorità di controllo – quanto segue : nelle relazioni semestrali
fornite nell’ottobre 2001, luglio 2002 e febbraio 2003 risulta
addirittura un consistente AUMENTO degli scarichi solidi
(rispettivamente 218.000 t/a, 266.000 t/a, 254.000 t/a), mentre
nella relazione di gennaio 2004 lo scarico scende “miracolosamente”
a 160.000 t/a che – con una riduzione del 20 % complessivo –
fallisce comunque l’obbiettivo di riduzione del 30 % al 31.12.2003.
Nella relazione al gennaio 2007 risulta
ancora uno scarico di 160.000 t/a di solidi, a fronte di un
obbiettivo di 80.000 t/a massime (meno 60 % complessivo).
L’osservazione di tali mancate
riduzioni di scarico avrebbe dovuto indurre le autorità (in
particolare la Regione Toscana, tenuta ad erogare i fondi a stati di
avanzamento) ad interrompere la corresponsione dei finanziamenti a
fondo perduto, che invece non risultano mai interrotte.
Costruzione nuova elettrolisi e fermata
della vecchia
La costruzione della nuova elettrolisi
a membrana ha aggirato ed evitato la proceduta di Valutazione
d’impatto ambientale (VIA), a differenza di identico intervento nel
polo di Porto Marghera, doverosa in quanto si tratta di impianto ad
alto rischio d’incidente rilevante (produzione di grandi quantità
di cloro). Ha altresì evitato, riducendola a dimensioni
ridottissime, la bonifica preventiva dell’ampio sito inquinato da
mercurio e clorometani, come risulta dai Verbali delle Conferenze dei
servizi tenute fra le autorità locali e Solvay fra il 3 ottobre
2005 e il 20 gennaio 2006, conclusesi con la Delibera n. 11 del
26.1.2006 della Giunta Comunale di Rosignano Marittimo.
Inoltre, la vecchia elettrolisi a
mercurio ha continuato a marciare fino al 31.12.2007, rendendo
impossibile – anche volendo – la bonifica delle emissioni
“correnti” di mercurio, mentre il nuovo impianto era in
costruzione. L’accavallarsi dei due impianti (costruzione del
nuovo, mentre il vecchio continua a marciare) era d’altronde un
punto di grave contraddizione dell’Accordo di programma del 2003,
che garantiva la continuità della produzione di Solvay, ma non
garantiva
– appunto – una bonifica adeguata
del sito inquinato.
Infine non si hanno notizie, né
tantomeno garanzie sullo smantellamento e lo smaltimento del vecchio
impianto e delle 150 tonnellate di mercurio in esso presenti.
Resta intoccato l’enorme
inquinamento da mercurio dell’area di stabilimento Solvay,
dell’area circostante esterna e del mare antistante, che vari studi
scientifici valutano ammontante ad almeno 500 tonnellate in mare, ed
altrettante disperse in atmosfera.
Grave danno alla salute pubblica
Per questo inquinamento, il caso di
Rosignano è citato nei testi scientifici accanto a quello di
Minamata in Giappone (ad esempio in “Medicina del lavoro” di
Luigi Sartorelli, ediz. Piccin 1981), e il Programma ambientale delle
Nazioni Unite (UNEP-MAP) nel 2002 catalogava Rosignano come uno dei
15 luoghi costieri più inquinati d’Italia (Rapporto n.124).
Questa Associazione sta lavorando da
anni alla ricerca di dati che dimostrino il rapporto di
causa-effetto di varie patologie con l’esposizione di massa
all’inquinamento da mercurio.
Ha composto un dossier (“Mercurio a
Rosignano, una tragedia infinita”) che raccoglie tutti gli studi
svolti nella zona sull’argomento, negli ultimi trenta anni.
Gli organi bersaglio del mercurio sono
il rene, il sistema nervoso centrale e il feto nella donna incinta.
L’unica pubblicazione ufficiale della
Regione Toscana, diffusa anualmente, “Morti per causa”, affronta
ed esamina solo le cause di morte, quindi è solo parzialmente
utilizzabile nel caso specifico, in quanto di malattie renali o di
quelle al sistema nervoso si soffre ma raramente o come concausa si
muore.
Nella pubblicazione “Morti per causa”
tuttavia questa associazione ha messo a fuoco un possibile nesso di
causa-effetto dell’esposizione di massa al mercurio nell’eccesso
di mortalità infantile, nelle morti per malformazioni congenite,
nell’eccesso di suicidi ricollegabili a malattie nervose.
Per altri canali si sa di un eccesso di
patologie nervose che coinvolgono addirittura 700 bambini.
Urge pertanto una INDAGINE
EPIDEMIOLOGICA mirata, che punti a mettere a fuoco non tanto e non
solo le morti, ma soprattutto le malattie con cui si convive
soffrendo, con un sovraccarico umano ed economico per le famiglie e
la società.
Smaltimento gratuito di rifiuti tossici
in mare
Lo smaltimento gratuito di rifiuti
industriali, con alto grado di tossicità per l’ambiente e la
popolazione della zona va avanti dal 1917 (messa in marcia della
sodiera), si è aggravato nel 1939 con la messa in marcia
dell’elettrolisi a mercurio, nel 1953 con la messa in marcia di un
impianto per la produzione di CVM (Cloruro di vinile monomero) poi
chiuso nel 1978 a seguito di una “Indagine sulla popolazione di
Rosignano esposta ad inquinamento ambientale da CVM” della Regione
Toscana (i lavoratori esposti devono essere monitorati per legge fino
a 40 anni dopo la fine dell’esposizione, cioè fino al 2018, mentre
per la popolazione esposta non ci sono norme di tutela), e negli anni
’60 con la messa in marcia degli impianti clorometani (prodotti
cancerogeni, come il cloroformio e il tetracloruro di carbonio),
polietilene ed acqua ossigenata.
Fino alla fine degli anni ’80 (il
sottoscritto ne è testimone oculare) esistevano nell’area della
foce del fosso di scarico alcune vasche di decantazione, poste in
successione, che permettevano la decantazione e il recupero – ai
fini di smaltimento in discariche autorizzate – di gran parte dei
solidi contenenti tracce di inquinanti quali mercurio, ammoniaca,
cloro, clorometani, esano, solventi, ecc.
Tali vasche furono inspiegabilmente
soppresse, e da allora lo scarico avviene direttamente in mare. E’
probabile che la soppressione sia avvenuta – con la partecipazione
attiva delle istituzioni preposte – con la motivazione che in
quegli anni si introdussero strumenti di misurazione degli inquinanti
tossici “a piè d’impianto”, cioè all’uscita di ogni
singolo impianto parziale (ad es. elettrolisi a mercurio,
clorometani, ecc).
Tale motivazione evidentemente non
regge, in quanto se anche tali misurazioni avessero rilevato
emissioni parziali entro i limiti di legge dei singoli inquinanti
tossici, tali emissioni parziali convergevano e convergono tuttora
nell’unico canale di uscita, creando una miscela di inquinanti la
cui tossicità sinergica è invalutabile.
La soppressione delle vasche è
spiegabile più realisticamente con la volontà venale di ridurre
drasticamente le spese di smaltimento in discarica dei materiali ivi
dragati.
Si segnala che sul sito SIRA-EPER
(Registro delle emissioni inquinanti, curato dall’Agenzia europea
per l’ambiente, EEA) sono presenti alcune pagine che enumerano le
sostanze tossiche emesse dallo stabilimento di Rosignano, distinte
per società emittente. La quantità di tali sostanze sembra
autodichiarata o stimata, e rappresenta pertanto la base minima per
ogni lettura critica o indagine.
Nessuno può dire che non sapeva
Si segnala , come accennato in
premessa, che questa associazione già oltre un anno fa, con la nota
dell’1.3.07 allegata, chiedeva il blocco dei finanziamenti pubblici
a Solvay, evidenziando il pluriennale non rispetto degli accordi
firmati, senza ottenere risposta da nessuna autorità in indirizzo.
Riguardo specificamente al mercurio,
questa associazione scriveva fra l’altro una nota (allegato 3)
all’Assessore regionale all’ambiente Marino ARTUSA (la regione
erogava materialmente i fondi a stati di avanzamento) segnalando fra
l’altro la inadeguata bonifica del sito inquinato da mercurio, sul
quale si stava costruendo la nuova elettrolisi a membrana, come
risulta dai Verbali delle Conferenze dei servizi svolte fra l’ottobre
2005 e il gennaio 2006 (diponibili), conclusesi con la Delibera n. 11
del 26.1.2006 della Giunta Comunale di Rosignano M., autorizzativa.
Si segnala infine che fin quasi alla
fine del 2006 la portata del fosso di scarico era misurata solo da
Solvay, mentre l’ARPAT si limitata a misurare la concentrazione per
litro degli inquinanti.
A richiesta di questa associazione, il
signor Fernando MARZELLA del Servizio idrologico della Regione
Toscana, con nota e-mail del 19.5.08 comunicava che “Nel corso del
mese di ottobre 2006 il SIR- Centro funzionale ha istallato un
misuratore di portata ad ultrasuoni in corrispondenza del canale di
scarico a mare”. (allegato 4)
Visto tutto quanto sopra, si ipotizza:
- grave danno alla salute
pubblica perpetrato da Solvay e sottovalutato o coperto dalle
istituzioni,
- truffa ai danni dello stato
ed appropriazione indebita di fondi pubblici da parte di Solvay,
- indebita erogazione di
fondi pubblici da parte delle istituzioni firmatarie dell’Accordo
del
31.7.03,
mancato, o inefficacie, o collusivo
controllo da parte delle istituzioni preposte sia del rispetto
dell’accordo citato, sia delle attività di Solvay in generale.
Salvo se altro.
Si resta a disposizione per eventuali
chiarimenti e si porgono distinti saluti.
28.5.08
Maurizio Marchi (Responsabile prov.le)