Un
profondo senso di disgusto prende qualunque persona onesta che legga le
dichiarazioni degli amministratori toscani. Cercando di superare questo
disgusto, entriamo brevemente nel merito, nella speranza di fare
chiarezza, non tanto tra gli amministratori (non c’è peggior sordo di
chi non vuol sentire), quanto tra la gente onesta ed inquinata.
Dunque,
la Solvay di Rosignano scarica in mare i propri rifiuti speciali
gratuitamente da sempre. Ad un prezzo prudente di 300 euro a tonnellata
(tanto costerebbe un corretto smaltimento in discarica autorizzata)
Solvay ha risparmiato negli ultimi 40 anni (dalla legge Merli) almeno
1.400 milioni di euro. Solo questo lascia intendere il motivo del
consenso che si è creata tra gli amministratori.
Ma
andiamo con ordine: Solvay scarica in mare, in deroga ai limiti della
legge Merli (1976), della Delibera dei Ministri 4.2.77, del Decreto
legislativo 152/99 gli scarichi bianchi, o solidi sospesi, che
trasportano - secondo l’ultima dichiarazione Solvay al Ministero
dell’ambiente - 1.449 kg di arsenico e composti, 91 Kg di cadmio e
composti, 1.540 kg di cromo e composti, 1.868 kg di rame e composti, 71
kg di mercurio e composti, 1.766 kg di nichel e composti, 3.218 kg di
piombo e composti, 15.049 kg di zinco e composti, 145 kg di
diclorometano, 3 kg di tetraclorometano, 73 kg di triclorometano, 350 kg
di fenoli, 327 kg di fosforo, 5,5 tonnellate di azoto, e addirittura
717.000 tonnellate di cloruri.
Negli
anni ’70 il comune di Rosignano “le venne incontro”, scaricando nel
fosso bianco le proprie fogne, raffreddandolo e diluendolo. Non bastava.
Dagli anni ’90 ASA scarica i reflui del depuratore nel solito fosso
bianco, poi anche quelli del depuratore Aretusa, che Solvay
periodicamente non preleva e non riutilizza come concordato, ad
ulteriore danno della popolazione e della parte pubblica, che lo hanno
pagato.
Ma
non basta ancora, com’era prevedibile. Ma dove non si arriva
rispettando la legge, si arriva con i cosidetti “accordi di programma”.
Nel 2003 con la regìa del ministro Altero Matteoli – ex verniciatore
Solvay/Consonni - si stipulava un accordo di programma che prevedeva,
tra l’altro, di ridurre gli scarichi bianchi da 200mila tonnellate/anno a
60 mila entro il 2007. Tutte le tappe intermedie di riduzione
(2004-2006) furono fallite, ma la Regione erogava ugualmente 30 milioni
di euro pubblici a Solvay “a stato di avanzamento lavori”. Insomma, la
Regione sapeva dell’inadempienza, ma pagava lo stesso. Qualunque persona
onesta penserebbe ad una truffa combinata ai danni dello Stato.
Oggi
gli scarichi bianchi sono ancora almeno 120 mila tonnellate l’anno, il
doppio di quanto concordato nel famoso accordo del 2003, e quel che è
più grave trasportano il doppio di arsenico, il doppio di mercurio, il
doppio di cadmio, di cromo, di piombo, di nichel, di zinco ecc di quanti
ne avrebbero “dovuto” trasportare in mare.
Di
quali limiti rispettati parlano i nostri amministratori ? come sarà
possibile raggiungere la qualità “buono” del nostro mare nel 2015, con
questi incredibili ritardi ? di quale non pericolosità parla il sindaco
di Rosignano ? Che dovrebbe sapere che i metalli pesanti si accumulano
nell’ambiente, e che se una spruzzata occasionale di arsenico può
essere poco nociva, tutt’altra cosa è l’accumulo ormai secolare di
metalli pesanti, che oltretutto colpiscono in sinergia tossica,
moltiplicando i danni alla salute.
Occorre
chiudere subito gli scandalosi scarichi Solvay, prima che diventino
per la Toscana l’equivalente degli alberi da tagliare a
Istambul.
14/6/2013
Maurizio Marchi
Medicina Democratica - Sezione di Livorno e della Val di Cecina
www.medicinademocraticalivorno.it
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