AMBIENTALIZZARE RADICALMENTE LA
PRESENZA SOLVAY,
PER DARE UNA PROSPETTIVA AI
LAVORATORI, ALLE ALTRE REALTA’ PRODUTTIVE
E ALLA SALUTE IN VAL DI CECINA
Il prof. Cheli: il grosso del
valore aggiunto Solvay va all’estero. E Solvay consuma il 48% dell’acqua.
Si è svolto nei giorni scorsi a
Cecina l’atteso incontro pubblico per la presentazione del RAPPORTO CHELI-LUZZATI
DELL’UNIVERSITA’ DI PISA SULLE “RICADUTE ECONOMICHE, SOCIALI E AMBIENTALI DELLA
SOLVAY IN VAL DI CECINA”, edizioni PLUS 2010.
Era presente il prof. Bruno Cheli, cecinese, per approfondire queste ricadute, senza emotività ma scientificamente, proprio per la preoccupazione che pervade chi mette al primo posto i beni comuni – acqua, lavoro, salute - in queste settimane di forte tensione.
In estrema sintesi, dal
ponderoso Rapporto che ha coinvolto per oltre un anno una decina di ricercatori
coordinati dai prof. Cheli e Luzzati della Facoltà di matematica applicata
all’economia, emergono dati sorprendenti: Solvay si è ridotta a dare tra l’1 e
il 2% del valore aggiunto sul territorio che usa, mentre il 5,6 % va agli
azionisti, quindi all’estero. Il valore aggiunto che ricade sul territorio va in
salari, ma anche in imposte locali e a fornitori. Allo stesso tempo
l’occupazione si è ridotta al 2/4 % dell’occupazione in Val di Cecina: da questi
dati si ricava che il grosso dell’occupazione e del reddito è dato da molte
altre attività, che nel frattempo si sono sviluppate (turismo, agricoltura,
servizi), e che il peso specifico di Solvay si è notevolmente ridotto nel tempo.
A fronte di questo modesto
risultato economico, Solvay usa ben il 48% della risorsa acqua del territorio, e
la quasi totalità della risorsa salgemma. La maggiore criticità riguarda proprio
l’acqua dolce usata, perché i fortissimi usi di Solvay condizionano in negativo
tutte le altre iniziative economiche, oltre a causare un sovrasfruttamento delle
falde e il decadimento dei due corsi d’acqua coinvolti.
E’ curioso notare, come ha fatto
Cheli, che nessuno dei diversi comuni coinvolti nelle attività di Solvay, a
cominciare da quelli di Cecina, Rosignano e Volterra, non abbiano finora
sentito l’esigenza di presentare pubblicamente, ai cittadini e ai Consigli
comunali, questo Rapporto ad oltre due anni dalla sua conclusione.
(ndr: dopo il ns. sollecito, il comune di Volterra presentrà il rapporto a Saline il 7/5/2012)
(ndr: dopo il ns. sollecito, il comune di Volterra presentrà il rapporto a Saline il 7/5/2012)
Il Comitato per i beni comuni Val
di Cecina chiede pertanto che il Rapporto venga presentato con urgenza in
Consigli comunali aperti alla popolazione, prima che si prendano decisioni
importanti su salgemma ed acqua, come quelli in preparazione in Regione: non si
può prescindere dai dati messi in evidenza dai ricercatori universitari, mentre
si decide del futuro della Val di Cecina e della sua popolazione.