Alla Commissione Europea
Direzione
generale
Concorrenza
Bruxelles
Alla
AGCM Roma
Oggetto: Richiesta di intervento urgente, a tutela anche della Concorrenza e del Mercato. “Contratto di collaborazione
industriale tra Soc. Solvay ed ATI Sale” per lo sfruttamento in regime di
monopolio delle saline di stato in Loc. Saline di Volterra, Provincia di Pisa
(Italia).
Ci rivolgiamo alla Direzione europea per la concorrenza e
all’AGCM Italiana, affinché ognuno dei due organismi metta
tempestivamente in campo gli strumenti di cui dispone, per fermare un abuso che
qui segnaliamo.
Finora la nostra Associazione, come anche WWF, Legambiente,
Italia Nostra avevano negli anni avanzato ricorsi – anche con successo
– con motivazioni ambientali e di salute. Ora si avanzano anche motivazioni
che attengono alla concorrenza.
PREMESSA
La Commissione Finanze della Camera dei Deputati ,
presieduta dall’On. Giovanni Brunale, il 13 ottobre 1995 approvava un
“Contratto di collaborazione industriale tra Soc. Solvay e
Amministrazione dei Monopoli di Stato” (in seguito Contratto), poi ETI,
ora ATI Sale per lo sfruttamento esclusivo delle miniere di salgemma in Loc.
Saline di Volterra (PI). Tale contratto è ancor oggi fermo, in quanto
per ragioni ambientali (emergenza idrica dell’area ed altro) il TAR
Toscana con sentenze 1048/1049/1050 del 3 luglio 2007, e di nuovo con sentenze
n. 6867 e 6868 del 23 dicembre 2010 ha bloccato le autorizzazioni della
Regione Toscana, con la sostanziale motivazione che non è garantita la
priorità nell’uso dell’acqua alla popolazione, come prevede
la Legge 36/1994 (Legge Galli), richiesta in grandi quantità per
l’estrazione di salgemma dal sottosuolo.
In questi mesi, anche a seguito e sotto il ricatto
della messa in Cassa integrazione (a parere della scrivente , in maniera del
tutto strumentale) di 23 lavoratori da parte di Solvay, la Regione
Toscana ha accelerato le procedure di autorizzazione, per superare le sentenze
del TAR sopra richiamate, e con atto previsto per il 9 maggio
2012 intende concludere l’iter autorizzativo, che verrebbe seguito da un
Accordo di Programma.
MOTIVI AGGIUNTIVI DI OPPOSIZIONE RIGUARDO LA CONCORRENZA
Pur perdurando i motivi di opposizione di questa, come di
altre Associazioni, per ragioni ambientali, sanitarie e di sicurezza, che si
faranno nuovamente valere di fronte al TAR toscano, con la presente si avanzano
motivi aggiuntivi di opposizione al Contratto ed alle sue successive
procedure autorizzative, per ragioni di concorrenza e di mercato. Con il
Contratto infatti si concede in uso esclusivo alla soc. Solvay le ultime
miniere di salgemma della Val di Cecina, che a sua volta fornirà una
piccola parte di salamoia alla ATI Sale (150.000 tonn/anno), trattenendosene
per sé 2.000.000 tonn/anno, per trenta anni (sfruttamento
rinnovabile solo una volta). Ciò esclude di fatto e di diritto eventuali
altre aziende che volessero sfruttare le miniere di salgemma, aziende
italiane o estere, in particolare esclude la soc. ALTAIR di Saline di Volterra,
che recentemente (2009) si è dotata di nuova elettrolisi a membrana
– in sostituzione della vecchia elettrolisi a mercurio, inquinante
– con fondi europei e ministeriali. Tale azienda, per le leggi sulla
concorrenza e a garanzia del mercato ha uguale se non maggiore diritto di
accedere alle miniere di salgemma trovandosi sul posto, a differenza di Solvay
che invia la salamoia per tubazione a Rosignano Solvay, a 35 km di distanza.
In passato infatti ALTAIR, fondata da ENI negli anni
’60, poi passata ad altri proprietari e diversamente denominata
(Samatec), ha usato per decenni la salamoia del posto, prima della
Salina dei Monopoli di Stato, poi di una miniera separata poco distante, detta
miniera Doccini-Canova (tra l’altro inquinandola con salamoia esausta al
mercurio). Negli anni tra il 1968 e il 1973 Solvay già
tentò un’operazione “monopolistica” (o quanto meno
egemonica per ottenere la esclusività della produzione di cloro e soda
caustica in Italia centrale) acquistando al 48% la proprietà e gestendo
con propri dirigenti sia l’impianto ex-ENI oggi ALTAIR di Saline di
Volterra, sia la miniera di salgemma annessa. Poi se ne liberò,
forse presagendo i costi di bonifica della miniera Doccini-Canova, dichiarata
nel 1999 come sito da bonificare con urgenza dalla Regione Toscana, e
tutt’oggi non bonificata.
Successivamente (anni ’90) ALTAIR è passata a
trattare salamoia potassica in alcune celle dell’elettrolisi di Saline,
mentre in altre celle proseguiva il trattamento della salamoia sodica
(salgemma). Successivamente ed ancor oggi tratta solo salamoia potassica,
importata via camion da fuori area.
Ma (ed è qui il punto che si vuole ben
evidenziare in questa nota) può sempre aver interesse a tornare a
trattare anche o esclusivamente salamoia sodica (salgemma), ed in questo caso
troverebbe la strada sbarrata dal Contratto in via di autorizzazione regionale,
che dà l’esclusiva su tutte le miniere di salgemma a Solvay,
nonostante questa abbia un’autonomia sulle vecchie miniere di Buriano,
Casanova e Querceto per almeno altri 40 anni, stimati da Pinna ed altri
(UNIPISA).
Visto tutto quanto sopra, con la presente si chiede
l’annullamento del Contratto per manifesta infrazione alle leggi sulla
concorrenza, sia europee che italiane.
Si segnala che nessun contraccolpo sul piano produttivo ed
occupazionale potrebbe derivare, ad avviso della scrivente Associazione onlus
Medicina democratica, dall’annullamento del Contratto in quanto
Solvay ha ancora un’ampia autonomia sulle vecchie concessioni minerarie,
e che a media scadenza Solvay può (ad avviso della scrivente
Associazione deve) dotarsi di un dissalatore di acqua di mare, da cui
ricavi acqua e sale per e nello stabilimento di Rosignano Solvay
(LI) che è situato sul mare, a differenza – ad esempio –
di ALTAIR che è situato a 35 km dal mare.
Si segnala infine – solo a titolo informativo –
che il Contratto in oggetto, stipulato nel lontano 1995, è reso ancor
più insostenibile ed inattuabile per tre nuovi motivi, nel frattempo
evidenziatisi:
- Cambiamenti climatici conclamati, con minore piovosità e minore disponibilità d’acqua nella Val di Cecina, come e più che altrove (Protocollo di Kyoto 1997, “Progetto Cecina bacino pilota” per la rinaturalizzazione del fiume Cecina, con finanziamenti europei e ministeriali 2003), proclamazione dell’emergenza idrica in Toscana il 2 Aprile 2012.
- Tutti i comuni della Val di Cecina tra il 2003 ed oggi sono o sono stati coinvolti nel regime delle deroghe sugli inquinanti nell’acqua potabile, per lo scadimento generalizzato della qualità dell’acqua.
- Sono state svolte due Indagini epidemiologiche dal CNR Pisa per conto della Regione Toscana, che hanno evidenziato 1157 morti in più rispetto agli attesi (535 morti in più nell’Indagine sugli effetti della geotermia (2010), 622 morti in più per l’esposizione a cromo esavalente nell’acqua potabile (2009)) nel periodo 2000/2006.
Si resta disponibili per eventuali chiarimenti, ed in attesa
di provvedimenti tempestivi.
Rosignano
28/04/2012
Maurizio Marchi
(Resp. Prov. Medicina Democratica
Livorno e Val di Cecina)