Che altro ancora deve
accadere prima che ci fermi un pensiero, un dubbio anche piccolo,
che ci faccia riflettere?
La nostra costa è avvelenata da 500 tonnellate
di mercurio sedimentato nel mare che ritorna in circolo con le mareggiate, i
pesci e il calore solare; interi territori stanno sprofondando a causa di
subsidenze ormai incontrollabili e di rotture sotterranee; assistiamo a dissesti
idrogeologici; il nostro fiume sta morendo, la poca acqua rimasta dopo i
"prelievi" di Solvay è inquinata da arsenico, cromo esavalente, boro, ecc.,
continuano gli scarichi dell'industria chimica in mare e i veleni
nell'atmosfera; si ignorano gli studi epidemiologici che segnalano l'aumento
esponenziale di migliaia di morti e di malattie gravissime; la sottovalutazione
del pericolo dato dalla presenza di un impianto industriale classificato ad alto
rischio; le misure di sicurezza per i lavoratori sono di giorno in giorno
sempre più inesistenti (come vengono tutelati i lavoratori in fabbrica in
presenza di amianto e di altre sostanze pericolose?)
Che altro ancora deve accadere
prima di cominciare a pensare che si possano e si debbano rivedere le modalità
della presenza della Solvay nel territorio?
Iniziamo a chiedere il rispetto delle leggi,
l'utilizzo di tecnologie e processi produttivi che non distruggano l'ambiente,
non esauriscano le risorse naturali e che non mettano in pericolo la salute
della popolazione e dei lavoratori.
E le bonifiche. Chi inquina paga e Solvay deve
da subito iniziare le bonifiche dei danni causati e azzerare emissioni e
sversamenti tossici nel territorio e nel mare.
Questo la multinazionale Solvay lo può fare
senza problemi. Ma avete letto i bilanci di Solvay?!!
Che altro ancora deve accadere
prima di capire che non siamo "categorie" contrapposte; che siamo tutti
contemporaneamente lavoratori, cittadini, ambientalisti, popolazione; uomini e
donne di fronte a colossi e a padroni che per il loro mero tornaconto e avidità,
ci avvelenano la vita e negano il futuro ai nostri figli. Quando lo capiremo saremo tutti più forti.
Che altro ancora deve accadere
prima di renderci conto che queste multinazionali sanno di non avere obblighi di
legge (ci sono le deroghe!) e sono certe che potranno continuare a fare il loro
comodo, finché esisterà un'evidente subalternità delle istituzioni e dei partiti
al seguito. Perché Solvay dovrebbe rendere sicuri processi lavorativi o fare
bonifiche quando nessuno impone di farlo e non sono previste penali
in caso di mancato adempimento di accordi ? Perché al contrario si danno fondi
pubblici per pagare interventi il cui costo dovrebbe essere a carico del
privato?
Che altro ancora deve accadere
prima di renderci conto che Solvay, come ogni multinazionale, dopo 100 anni di
sfruttamento, cambia pelle, delocalizza, vende o dà in gestione ad altri, pezzi
di attività, facendosi pagare a peso d'oro l'acqua e le concessioni minerarie
che ha avuto a prezzo stracciato.
Comunque se ne andrà, lasciando dietro di sé la
devastazione di un territorio che solo dopo imponenti e costose bonifiche, potrà
essere restituito alla popolazione.
Ma nessun soggetto pubblico avrà, a quel punto,
soldi sufficienti per risanare tanta desolazione. Di fatto, sarà così preclusa
alla collettività e al territorio la possibilità di puntare su alternative di
sviluppo come il turismo, il commercio, l'agricoltura, le piccole industrie, di
sfruttare anche le risorse naturali dell'entroterra, storiche e
culturali.