martedì 27 marzo 2012

Nota inviata ufficialmente ai presidenti dei Consigli comunali della zona, Province di Livorno e Pisa, alla Regione Toscana

AMBIENTALIZZARE RADICALMENTE LA PRESENZA SOLVAY,
PER DARE UNA PROSPETTIVA AI LAVORATORI, ALLE ALTRE REALTA’ PRODUTTIVE
E ALLA SALUTE IN VAL DI CECINA

Il prof. Cheli: il grosso del valore aggiunto Solvay va all’estero. E Solvay consuma il 48% dell’acqua.

Si è svolto nei giorni scorsi a Cecina l’atteso incontro pubblico per la presentazione del RAPPORTO CHELI-LUZZATI DELL’UNIVERSITA’ DI PISA SULLE “RICADUTE ECONOMICHE, SOCIALI E AMBIENTALI DELLA SOLVAY IN VAL DI CECINA”, edizioni PLUS 2010.

Era presente il prof. Bruno Cheli, cecinese, per approfondire queste ricadute, senza emotività ma scientificamente, proprio per la preoccupazione che pervade chi mette al primo posto i beni comuni – acqua, lavoro, salute - in queste settimane di forte tensione.
In estrema sintesi, dal ponderoso Rapporto che ha coinvolto per oltre un anno una decina di ricercatori coordinati dai prof. Cheli e Luzzati della Facoltà di matematica applicata all’economia, emergono dati sorprendenti: Solvay si è ridotta a dare tra l’1 e il 2% del valore aggiunto sul territorio che usa, mentre il 5,6 % va agli azionisti, quindi all’estero. Il valore aggiunto che ricade sul territorio va in salari, ma anche in imposte locali e a fornitori. Allo stesso tempo l’occupazione si è ridotta al 2/4 % dell’occupazione in Val di Cecina: da questi dati si ricava che il grosso dell’occupazione e del reddito è dato da molte altre attività, che nel frattempo si sono sviluppate (turismo, agricoltura, servizi), e che il peso specifico di Solvay si è notevolmente ridotto nel tempo.

A fronte di questo modesto risultato economico, Solvay usa ben il 48% della risorsa acqua del territorio, e la quasi totalità della risorsa salgemma. La maggiore criticità riguarda proprio l’acqua dolce usata, perché i fortissimi usi di Solvay condizionano in negativo tutte le altre iniziative economiche, oltre a causare un sovrasfruttamento delle falde e il decadimento dei due corsi d’acqua coinvolti.
E’ curioso notare, come ha fatto Cheli, che nessuno dei diversi comuni coinvolti nelle attività di Solvay, a cominciare da quelli di Cecina, Rosignano e Volterra, non abbiano finora sentito l’esigenza di presentare pubblicamente, ai cittadini e ai Consigli comunali, questo Rapporto ad oltre due anni dalla sua conclusione.
(ndr: dopo il ns. sollecito, il comune di Volterra presentrà il rapporto a Saline il 7/5/2012)

Il Comitato per i beni comuni Val di Cecina chiede pertanto che il Rapporto venga presentato con urgenza in Consigli comunali aperti alla popolazione, prima che si prendano decisioni importanti su salgemma ed acqua, come quelli in preparazione in Regione: non si può prescindere dai dati messi in evidenza dai ricercatori universitari, mentre si decide del futuro della Val di Cecina e della sua popolazione.