giovedì 23 agosto 2012

Basta con il monopolio Solvay sull’acqua. Dopo Santa Luce, si faccia il dissalatore


Il disastro del lago di Santa Luce, annunciato dal Comitato e da Medicina democratica dai primi di marzo, è solo l’ultimo atto, certo molto clamoroso, della lunga tragedia che stravolge la Val di Cecina da molti decenni:  Solvay monopolizza l’acqua dolce in una vasta area che va dall’ex lago di SL ai laghetti Magona, a decine di pozzi nella val di Fine e nella Val di Cecina, fin nella pianura costiera.
In questi ultimi mesi Solvay ha continuato a far defluire  consistenti quantità d’acqua dall’ormai esangue lago di SL, ufficialmente per mantenere il minimo deflusso vitale del  povero fiume, ma in realtà per alimentare i suoi pozzi a valle, fino alla Marmentana e alle Morelline, alle porte dello stabilimento.
In Val di Cecina la situazione- se possibile – è ancora peggiore, perchè agli storici enormi prelievi Solvay (65 pozzi su un’ottantina di portata rilevante) si aggiungono quelli della geotermia e le incalcolabili perdite sotterranee dovute alle estrazioni di salgemma e alle perforazioni geotermiche.
La voracità di Solvay e la subalternità delle istituzioni stanno mettendo in ginocchio l’economia di tutta la zona, dall’agricoltura al turismo, con danni economici e di immagine forse irreparabili.
Il Rapporto Cheli-Luzzati dell’UNIPISA, tenuto nei cassetti per oltre due anni, lo afferma chiaramente:  Solvay si è ridotta a  dare solo l’1/2% del reddito sul territorio, prendendosi  il  48% della risorsa acqua.
Questa cronica situazione a danno della popolazione si è aggravata (ma solo aggravata, perché preesistente)  con i cambiamenti climatici, la minore piovosità e l’aumento delle temperature e dell’evaporazione. Un motivo in più per dire a Solvay che occorre con urgenza cambiare strada: Solvay si sganci  dallo sfruttamento del salgemma in Val di Cecina (il cuore di tutti i problemi idrici) e ricavi  acqua e sale dal mare. Questo rivendica il Programma alternativo che abbiamo inviato due mesi fa alla Regione e a tutti i comuni, partendo dal debito ecologico-sociale che Solvay ha accumulato in decenni di sfruttamento del  territorio, a danno della salute della popolazione.
Programma alternativo  a quello perdente e cieco che stanno preparando  con Solvay in Regione, per regalare alla multinazionale acqua e sale per i prossimi trent’anni. Ladro è tanto chi ruba, quanto chi para il sacco.

Comitato Beni Comuni VdC - Medicina democratica

Un altro buon motivo per non votare PD, PDL, "monti e passeri" e tutti quelli che ci razzolano intorno...


Lettera della dott.ssa Maria Rita D'Orsogna, dalla California:
 
"Caro signor Passera,
stavo per andare a dormire quando ho letto dei suoi folli deliri per l'Italia petrolizzata. Ci sarebbe veramente da ridere al suo modo malato di pensare, ai suoi progetti stile anni '60 per aggiustare l'Italia, alla sua visione piccola piccola per il futuro. Invece qui sono pianti amari, perché non si tratta di un gioco o di un esperimento o di una scommessa. Qui si tratta della vita delle persone, e del futuro di una nazione, o dovrei dire del suo regresso.
Lei non è stato eletto da nessuno e non può pensare di "risanare" l'Italia trivellando il Bel Paese in lungo ed in largo. Lei parla di questo paese come se qui non ci vivesse nessuno:
metanodotti dall'Algeria, corridoio Sud dell'Adriatico, 4 rigassificatori, raddoppio delle estrazioni di idrocarburi.
E la gente dove deve andare a vivere di grazia? Ci dica. Dove e cosa vuole bucare? Ci dica.
I campi di riso di Carpignano Sesia? I sassi di Matera? I vigneti del Montepulciano d'Abruzzo? Le riserve marine di Pantelleria? I frutteti di Arborea? La laguna di Venezia? Il parco del delta del Po? Gli ospedali? I parchi? La Majella? Le zone terremotate dell'Emilia?
Il lago di Bomba? La riviera del Salento? Otranto? Le Tremiti? Ci dica.
Oppure dobbiamo aspettare un terremoto come in Emilia, o l'esplosione di tumori come all'Ilva per non farle fare certe cose, tentando la sorte e dopo che decine e decine di persone sono morte?
Vorrei tanto sapere dove vive lei. Vorrei tanto che fosse lei ad avere mercurio in corpo, vorrei tanto che fosse lei a respirare idrogeno solforato dalla mattina alla sera, vorrei tanto che fosse lei ad avere perso la casa nel terremoto, vorrei tanto che fosse lei a dover emigrare perché la sua regione - quella che ci darà questo 20% della produzione nazionale - è la più povera d'Italia.
Ma io lo so che dove vive lei tutto questo non c'è. Dove vive lei ci sono giardini fioriti, piscine, ville eleganti soldi e chissà, amici banchieri, petrolieri e lobbisti di ogni genere.
Lo so che è facile far cassa sull'ambiente. I delfini e i fenicotteri non votano. Il cancro verrà domani, non oggi. I petrolieri sbavano per bucare, hanno soldi e l'Italia è corrotta.
È facile, lo so.
Ma qui non parliamo di soldi, tasse e dei tartassamenti iniqui di questo governo, parliamo della vita della gente. Non è etico, non è morale pensare di sistemare le cose avvelenando
acqua, aria e pace mentale della gente, dopo averli lasciati in mutande perché non si aveva il coraggio di attaccare il vero marciume dell'Italia.
E no, non è possibile trivellare in rispetto dell'ambiente. Non è successo mai. Da nessuna parte del mondo. Mai.
Ma non vede cosa succede a Taranto? Che dopo 50 anni di industrializzazione selvaggia - all'italiana, senza protezione ambientale, senza controlli, senza multe, senza amore, senza l'idea di lasciare qualcosa di buono alla comunità - la gente muore, i tumori
sono alle stelle, la gente tira fuori piombo nelle urine? E adesso noialtri dobbiamo pure pagare il ripristino ambientale? E lei pensa che questo è il futuro?
Dalla mia adorata California vorrei ridere, invece mi si aggrovigliano le budella.
Qui il limite trivelle è di 160 km da riva, come ripetuto ad infinitum caro "giornalista" Luca Iezzi. Ed è dal 1969 che non ce le mettiamo più le trivelle in mare perché non è questo il futuro. Qui il futuro si chiama high tech, biotech, nanotech, si chiamano Google, Facebook, Intel, Tesla, e una miriade di startup che tappezzano tutta la California.
Il futuro si chiama uno stato di 37 milioni di persone che produce il 20% della sua energia da fonti rinnovabili adesso, ogni giorno, e che gli incentivi non li taglia a beneficio delle lobby dei petrolieri.
Il futuro si chiama programmi universitari per formare chi lavorerà nell'industria verde, si chiama 220,000 posti di lavoro verde, si chiama programmi per rendere facile l'uso degli incentivi.
Ma non hanno figli questi? E Clini, che razza di ministro dell'ambiente è?
E gli italiani cosa faranno? Non lo so.
So solo che occorre protestare, senza fine, ed esigere, esigere, ma esigere veramente e non su facebook che chiunque seguirà questo scandaloso personaggio e tutta la cricca che pensa che l'Italia sia una landa desolata si renda conto che queste sono le nostre vite e che le nostre vite sono sacre."






giovedì 2 agosto 2012

Scuola, attenzione !!! E' ad agosto che si formano le CLASSI POLLAIO...

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Questo comunicato è stato inviato:
Al Ministero della Pubblica Istruzione
All'Ufficio Scolastico Regionale della Toscana
Al CSA di Livorno
A tutte le Scuole della provincia di Livorno
Agli organi di stampa e informazione
Ai partiti, sindacati e movimenti politici
Alla cittadinanza tutta della provincia di Livorno
p.c. ai VVFF, ASL e prefettura della provincia di Livorno


Nel considerare la scuola statale come il principale bene comune da difendere e tutelare, il nostro Comitato intende denunciare il comportamento tenuto dagli uffici dell'ex-Provveditorato agli studi di Livorno con le scuole della nostra provincia, comportamento oramai divenuto una consuetudine a seguito dei tagli emanati dal Ministero della Pubblica Istruzione e dei quali, per via gerarchica, interessano la Direzione Regionale Toscana.

Anche quest'anno assistiamo a due volontà contrapposte: da un lato le scuole che cercano di creare delle classi meno sovraffollate possibili; dall'altro, gli uffici provinciali e ministeriali che non autorizzano la formazioni di tali classi, imponendo, in certi casi, anche la formazione di cosiddette classi “pollaio”.

Sono palesi le contraddizioni dei vari governi succedutisi fin'oggi, ed oramai tutti sappiamo chi ha la meglio quando si contrappone il benessere degli studenti con gli interessi ragionieristici di uno Stato che ha privilegiato e continua a privilegiare incredibili sperperi.

E' bene chiarire, una volta per tutte, che le norme in materia di costituzione delle classi (emanate dal MPI) sono in contraddittorio con le norme (ben più importanti) che riguardano la sicurezza e l'igiene scolastica emanate dal Ministero dell'Interno.

Aldilà di tutte le importanti questioni legate alla qualità della didattica, dove già il buon senso sarebbe sufficiente a far riscrivere certe norme, evidenziamo la più grave contraddizione in tema di sicurezza scolastica che gli enti preposti (come ad es. ASL e Vigili del Fuoco) continuano ad ignorare e a non far rispettare: le norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica del D.M.26/8/92, ed in particolare all'art.51, che prevede il massimo affollamento di 26 persone per aula. Nel caso si superi tale limite, il dirigente scolastico è tenuto a rilasciare apposita dichiarazione di assunzione di responsabilità. Ma ovviamente (e giustamente) i dirigenti non rilasciano alcunché... e come potrebbero se l'abitabilità per quelle aule è di 26 persone? (ossia 25 studenti + 1 insegnante)... Morale della favola: noi continuiamo a mandare i nostri figli a scuola senza sapere se quella classe può contenere effettivamente e legalmente più di 25 alunni, mentre gli organi competenti non eseguono nessun controllo. Quest'anno si paventano le costituzioni di classi di 32 alunni (e forse anche di più), ben al di sopra di qualsiasi logica di qualità, di benessere per i lavoratori e gli studenti oltre che di sicurezza.
L'alternativa proposta dalle scuole sarebbe quella di costringere alcuni studenti a cambiare corso o addirittura scuola, negando di fatto il diritto allo studio; ben che vada, si parla sempre di comporre classi comprese tra i 27 ed i 30 studenti, cioè sempre al di sopra del limite massimo consentito per motivi di sicurezza...

Noi crediamo che il diritto allo studio non debba essere negato a nessuno e nei casi in cui si prospetti una scelta tra esigenze economiche e benessere degli studenti, quest'ultimo debba prevalere sulle prime. Il rispetto delle norme succitate va proprio in tal senso; per questo chiediamo ai cittadini, agli operatori della scuola e soprattutto ai genitori, di vigilare insieme a noi per non far negare tale diritto ai propri figli.
Presto chiederemo alle singole scuole copia della dichiarazione di assunzione di responsabilità (con data e protocollo) per verificare quando e se questo documento sia stato rilasciato. Nel caso di inadempienza, il nostro Comitato interesserà gli organi competenti e valuteremo se far intervenire la magistratura anche su eventuali omissioni da parte degli organi di controllo.

E' nostro dovere chiedere con forza classi non superiori a 25 alunni. Pertanto, sollecitiamo anche la politica ed i sindacati a contribuire per far cessare questa situazione di inaudita gravità.
Nel caso non sia mai accadesse qualcosa di grave, è nostro diritto (e dovere) sapere chi se ne assumerà la responsabilità: forse la dirigente del CSA di Livorno Elisa Amato ? La direttrice dell'USR Toscana Angela Palamone ? Il ministro Profumo ? Il preside di una singola scuola ? Gli organismi di controllo che non hanno vigilato ? Siamo convinti che in tali circostanze ci troveremo davanti al classico scaricabarile dove si tenterà, come al solito, di addossare la colpa all'ultimo dei bidelli.