venerdì 19 aprile 2013

Diffida dal promuovere e sottoscrivere un Accordo di programma sostanzialmente difforme da quello da noi presentato nel luglio 2012 sulle questioni attinenti la presenza della Soc. Solvay in Val di Cecina





AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE TOSCANA
ALLA GIUNTA REGIONALE TOSCANA
AL CONSIGLIO REGIONALE
AI PRESIDENTI E ALLE GIUNTE DELLE PROVINCE DI PISA E LIVORNO
AI SINDACI DEI COMUNI DI ROSIGNANO, CECINA, RIPARBELLA, MONTESCUDAIO, MONTECATINI VAL DI CECINA, VOLTERRA, POMARANCE
AL MINISTERO DELL’AMBIENTE
ALL’ARPAT DI PISA E LIVORNO, ALLE ASL N. 5 Pisa e N. 6 Livorno

Oggetto: Diffida dal promuovere e sottoscrivere un Accordo di programma sostanzialmente difforme da quello allegato in calce, sulle questioni attinenti la presenza della Soc. Solvay in Val di Cecina.


Con la presente si diffidano le autorità in indirizzo dal promuovere e sottoscrivere un Accordo di programma sostanzialmente difforme da quello allegato in calce (Accordo alternativo, Allegato 1), presentato a Codeste istituzioni nel luglio 2012.

Un accordo di programma tra istituzioni e Solvay deve essere incardinato su:
  • Il rispetto della volontà popolare, espressa in 17 anni di opposizione al Contratto sul salgemma, e da ultimo (2011) con il referendum per la riappropriazione dell’acqua come bene comune.
  • La salvaguardia della salute, del territorio e delle sue risorse
  • La rinuncia volontaria da parte di Solvay al “Contratto di collaborazione industriale” del 1996 e successive relative autorizzazioni regionali, già sanzionate dal TAR nel 2007 e nel 2010.
  • Il riconoscimento ufficiale del debito ecologico-sociale accumulato da Solvay in tutte le forme descritte nell’ Accordo alternativo.
  • La costruzione di un dissalatore di acqua di mare a Rosignano, da cui Solvay ricavi sale ed acqua, necessari allo stabilimento.
  • Il conseguente accantonamento dei progetti d’invasi, in particolare di IDRO-S, e la progressiva cessione dei pozzi Solvay alla parte pubblica.
  • Una generale bonifica sia riguardo l’inquinamento ambientale che dell’alto rischio d’incidente rilevante.
Si fa nuovamente notare che nel 1998 la Commissione ambiente del Comune di Volterra, a guida PDS, si pronunciò per la insostenibilità dal Contratto sul salgemma. Da allora tutte le condizioni ambientali sono peggiorate, come dimostrato da:

a) i conclamati cambiamenti climatici, con minore piovosità e conseguente notevole impoverimento delle portate del fiume Cecina;

b) la fornitura alla popolazione di acqua potabile in deroga ai limiti di legge sugli inquinanti, almeno dal 2003 al 2009;

c) la pubblicazione di due studi epidemiologici, uno sugli effetti della geotermia (CNR 2010), l’altro sugli effetti del cromo esavalente nella val di Cecina (CNR 2009), che evidenziano 1157 morti in più nel periodo 2000/2006;

d) inquinamento da trielina ed altri solventi, che si sta estendendo in tutto il territorio cecinese;

e) il totale prosciugamento del lago artificiale di Santa Luce ad opera di Solvay nell’estate 2012;

f) la dichiarazione di emergenza idrica in tutta la Regione Toscana il 2 aprile 2012.

Eventi incontrovertibili che impongono una complessiva inversione di rotta nella gestione della risorsa acqua, restituendola alla popolazione come previsto dalle vigenti leggi, e del territorio in generale.

I firmatari delle presente DIFFIDA ritengono e riterranno responsabili anche penalmente tutti coloro, dal Presidente della Regione Toscana, alla Giunta Regionale, ai Presidenti delle Province di Pisa e Livorno, ai Sindaci, ad altre istituzioni che firmassero un accordo di programma sostanzialmente difforme da quello qui proposto, accordo difforme che avrebbe nefaste conseguenze sulla salute, sulla vivibilità e sulla stessa economia della Val di Cecina.

Si fa inoltre notare che il Contratto sul salgemma, e le successive autorizzazioni regionali, violano apertamente le regole europee e nazionali sulla concorrenza, concedendo una risorsa come il salgemma in esclusiva alla soc. Solvay, come esposto alla Commissione europea e all’Agenzia per la concorrenza e il mercato (allegato 2) dagli scriventi.

Si fa infine notare che quanto esposto nell’Accordo alternativo, rappresenta un vero e proprio, ed unico, PIANO INDUSTRIALE PER IL RILANCIO SOSTENIBILE DELLO STABILIMENTO DI ROSIGNANO, altrimenti destinato ad un lento quanto inesorabile declino, a pesantissimo discapito dell’occupazione nella zona.

Cecina, 18 aprile 2013

Comitato Beni Comuni Val di Cecina - Medicina Democratica




Prime adesioni alla diffida:

Roberta De Monticelli (professore ordinario Università San Raffaele – Milano e rappresentante di Italia Nostra)
Ascanio Bernardeschi
Alberto Mari
David Mattacchioni
Andrea Sammuri
Roberto Bertini
Marisa Italiano
Mariangela Nasillo
Gianluca Marinai
Danilo Fiore
Maurizio Marchi
Renzo Belcari
Clarissa Farinelli
Fabio Biffi
Paola Cappellini
Orazio Fusto
Lino Parra
Partito dei CARC – Cecina 



Si ricorda, inoltre, che nel luglio 2012 avevano già dato l'adesione alla nostra proposta di Accordo di Programma anche:

Mauro Romanelli - Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà
Partito dei CARC
ALBA (Soggetto politico nuovo)
Medicina Democratica, sez. Cecina, Rosignano e Livorno
Roberta De Monticelli
Gino Carpentiero – Medicina Democratica sez. di Firenze
Renzo Belcari – Cecina (LI)
Ascanio Bernardeschi – Volterra (PI)
Gianfranco Ronconi - Cecina (LI)
Maria Rosa Secci (aderente a Medicina Democratica – Firenze)
Francesco Biagi - Campiglia M.ma (LI)
Giuseppe Gallelli
Alberto Mari
David Mattacchioni
Andrea Sammuri
Roberto Bertini
Marisa Italiano
Mariangela Nasillo
Gianluca Marinai
Danilo Fiore
Maurizio Marchi




ALLEGATO 1


ACCORDO DI PROGRAMMA ALTERNATIVO SU SOLVAY
proposto dal Comitato Beni Comuni Val di Cecina
da adottare da parte delle istituzioni coinvolte e da Solvay



PUNTO 1 Debito ecologico-sociale per dissesti da estrazioni minerarie
La Solvay di Rosignano ha contratto un debito ecologico-sociale, quantificabile in 100 debiti, per il gravissimo impatto delle estrazioni di salgemma dalla Val di Cecina dal 1918 ad oggi, consistente in enormi consumi d’acqua, sparizioni di ancor più rilevanti ed incalcolabili quantitativi d’acqua nel sottosuolo (Studi del geologo del CNR Sebastiano Vittorini) , distruzione dell’ecosistema del fiume Cecina, scadimento della qualità della risorsa acqua a fini potabili, estese subsidenze anche fuori dalle concessioni minerarie, formazione di decine di laghetti salati nei camini di collasso, (Studi prof. Mario Pinna ed altri) ecc. Queste pratiche vanno sanzionate ed interrotte.

PUNTO 2 Debito ecologico-sociale per spreco prolungato di salgemma
La Solvay di Rosignano ha contratto un debito ecologico-sociale, quantificabile in 40 debiti, per aver sprecato – a causa dell’arretratezza dei suoi impianti di Rosignano – ben un terzo del sale estratto, gettandolo in mare dopo la parziale utilizzazione ( Dichiarazione PRTR Solvay resa al Ministero dell’ambiente 29.4.11 per il 2010). Dato che il salgemma della Val di Cecina è un bene comune, purissimo e limitato, questa pratica va sanzionata ed interrotta.

PUNTO 3 Debito ecologico-sociale per abuso della risorsa acqua
La Solvay di Rosignano ha contratto un debito ecologico-sociale, quantificabile in 50 debiti, per aver abusato della risorsa acqua – almeno da quando questa è convenzionalmente (non materialmente tutt’oggi) misurata dalle istituzioni. L’abuso è quantificato dallo Studio Cheli Luzzati (edizioni Plus 2010) dell’Università di Pisa nel 48 % dell’intera risorsa acqua della sola Val di Cecina, senza contare la Val di Fine e i pozzi della pianura costiera. Questa pratica va sanzionata e velocemente interrotta, perché reca gravissimo danno al prioritario uso idropotabile.

PUNTO 4 Debito ecologico-sociale per inquinamento del sito Canova
La Solvay di Rosignano ha contratto un debito ecologico-sociale, quantificabile in 10 debiti, per aver gestito in maniera irresponsabile, tra il 1968 e il 1973 (in altri periodi, altri soggetti), la miniera di salgemma Doccini-Canova (Comune di Pomarance) reiniettando salamoia esausta carica di mercurio nella miniera, che per questo è stata dichiarata nel 1999 “sito da bonificare con urgenza”. La bonifica non è stata ad oggi neanche iniziata perché le istituzioni non “riescono” ad individuare i responsabili, e non hanno attivato il potere sostitutivo di bonifica (Si veda “Progetto mercurio 2000” e Progetti previsti dal “Cecina Bacino Pilota” per la bonifica e la rinaturalizzazione del fiume, 2003).

PUNTO 5 Debito ecologico-sociale per aver causato patologie, Indagine epidemiologica
La Solvay di Rosignano ha contratto un debito ecologico-sociale, quantificabile in 200 debiti, per aver emesso nel tempo quantità impressionanti di sostanze tossiche in aria e in mare, causando patologie ambientali ed umane, solo parzialmente indagate finora, come l’”Indagine regionale sugli effetti del CVM sulla popolazione di Rosignano Solvay” del 1978, gli studi di vari soggetti pubblici sugli effetti del mercurio in mare e in aria, i verbali dell’Osservatorio sul rispetto dell’Accordo di Programma del 31.7.2003, l’istruttoria del processo sull’amianto recentemente svoltosi davanti al Tribunale di Cecina. Tali pratiche vanno sanzionate ed interrotte. Inoltre deve essere immediatamente commissionata dalla Regione Toscana una Indagine epidemiologica ad un organismo pubblico autorevole, pagata dalla Solvay, che indaghi sulle patologie (morti in più e ricoverati in più) causate dalle emissioni inquinanti di Solvay, con la correlazione tra inquinanti conosciuti e patologie, sulla falsariga dell’Indagine del CNR Pisa sugli effetti della geotermia (Sito Agenzia Regionale Sanità, anche alllegato VI). (Costo prevedibile 200.000 euro). Restano salvi tutti i diritti della Magistratura sugli aspetti penali di reati ambientali e sanitari.

PUNTO 6 sostanze nocive alla fascia di ozono
La Solvay di Rosignano ha contratto un debito ecologico-sociale, quantificabile dagli organismi internazionali di controllo del rispetto del Protocollo di Montreal del 1987 sulla messa al bando delle sostanze nocive alla fascia di ozono, proseguendo la produzione e il commercio – sotto forme intersocietarie – di sostanze nocive alla fascia di ozono – come il tetracloruro di carbonio ed altre – vietate dalla Legge 549 del 1993. Questa pratica va sanzionata e velocemente interrotta.

PUNTO 7 Non rispetto dell’Accordo di programma 2003
La Solvay di Rosignano ha contratto un debito ecologico-sociale, ma anche un abuso economico e legale, non rispettando l’Accordo di programma del 31.7.2003 per la parte riguardante la riduzione dei solidi sospesi scaricati in mare (impegno a ridurli a 60.000 tonn/anno entro la fine del 2007; ammontanti tutt’oggi al doppio) e per la parte riguardante la riduzione dei consumi d’acqua dolce, con la sottoutilizzazione del progetto Aretusa, cofinanziato dalla parte pubblica. Nonostante il non rispetto degli impegni assunti nell’Accordo, Solvay ha incassato 30 milioni di euro pubblici, che restituirà all’atto della firma del presente accordo, per la parte non rispettata, con gli interessi legali.

PUNTO 8 Insostenibilità ambientale del Contratto sul salgemma
La Solvay vorrebbe estendere lo sfruttamento minerario di salgemma sulle concessioni di ATI Sale dette “Cecina Volterra e Poppiano”, con un Contratto del 1996 da annullare per le ragioni sotto precisate, approvato dalla Regione Toscana, ma bloccato dal TAR nel 2007 e nel 2010 con la sostanziale motivazione che “non garantisce la priorità dell’acqua alla popolazione”.

Il Contratto fu giudicato “insostenibile” dalla Commissione Ambiente del Comune di Volterra, dopo ampia disamina, nel 1998. Da allora tutte le condizioni ambientali sono peggiorate (minore piovosità, acqua potabile fornita in deroga ai limiti di legge sugli inquinanti alla popolazione, pubblicazione di due studi epidemiologici del CNR che attestano oltre 1100 morti in più nell’area per gli effetti dell’inquinamento, principalmente della poca acqua rimasta alla popolazione) per cui l’insostenibilità del Contratto è aumentata . Il Contratto va pertanto annullato per manifesta insostenibilità, preesistente, e tanto più sopraggiunta.


PUNTO 9 Inconciliabilità del Contratto con le regole di mercato
Il Contratto di cui sopra va annullato anche per manifesta inconciliabilità con le regole della concorrenza e del mercato libero: con esso infatti sarebbe affidato a Solvay – in esclusiva – tutto il salgemma della Val di Cecina, mentre altri soggetti industriali – prima tra tutti la ex-Altair di Saline di Volterra - avrebbero diritto a chiederne lo sfruttamento, senza tuttavia ottenerlo per ragioni ambientali.


PUNTO 10 Annullamento consensuale del Contratto - Dissalatore
Con la sottoscrizione del presente Accordo, Solvay rinuncia volontariamente al Contratto di cui sopra, senza rivalse di nessun tipo, in cambio delle compensazioni di cui al punto 17. Il fabbisogno di sale dello stabilimento di Rosignano sarà soddisfatto, in una fase transitoria di anni quattro dalla firma del presente Accordo dalle estrazioni dalle miniere tradizionali di Buriano e Casanova (che hanno una potenzialità per altri 40 anni circa), mentre verrà nello stesso periodo costruito un dissalatore a Rosignano, per ricavare dal mare sia acqua che sale. Tra due anni sarà svolto un controllo sullo stato di avanzamento della costruzione di detto dissalatore, e tra tre anni un controllo della sua efficienza e produttività. Alla scadenza del terzo anno dovrà comunque iniziare la diminuzione dello sfruttamento dalle miniere di Buriano e Casanova, fino a cessare completamente alla scadenza del quarto anno. Nessuna deroga potrà essere concessa e questo crono programma.

PUNTO 11 Recupero energetico, Energie rinnovabili
Per il funzionamento di detto dissalatore dovranno essere utilizzati i cascami di energia termica largamente presenti nello stabilimento di Rosignano (prima e seconda turbogas, forni a calce), anche a bonifica dell’inquinamento termico dello scarico a mare. Potranno essere istallati anche impianti eolici e fotovoltaici all’interno del perimetro dello stabilimento, dopo bonifica, fino alla potenza richiesta per il funzionamento del dissalatore a pieno regime.

PUNTO 12 Rinuncia a nuovi impianti inquinanti e/o ad alto rischio
Nessun nuovo impianto di combustione di fossili o rifiuti, nessun impianto inquinante e/o ad alto rischio potrà essere mai più aggiunto nello stabilimento di Rosignano. Deve essere chiusa definitivamente la vecchia centrale CTE (centrale termo elettrica), che – nonostante nelle dichiarazioni aziendali dovesse essere sostituita dalla centrale Rosen dal 1997 – continua tutt’oggi a marciare.

PUNTO 13 Messa in sicurezza della filiera etilene
Indipendentemente dalla proprietà o dal gestore degli impianti per la produzione di polietilene (pontile, tubazioni criogeniche, deposito di etilene ed impianto di polimerizzazione) , il deposito di etilene di San Gaetano (area archeologica di Vada) deve essere spostato nel perimetro industriale (Delibera Consiglio comunale di Rosignano M. del 5 maggio 1988), reso rispondente alle migliori tecnologie disponibili (doppio contenimento) ed interrato, entro 4 anni dal presente accordo. L’area attualmente occupata sarà bonificata, ripristinata e restituita alla fruizione pubblica.


PUNTO 14 Bonifiche
Le aree contaminate da mercurio, clorometani o altri inquinanti – dentro e fuori dal perimetro di stabilimento – dovranno essere bonificate entro 4 anni, iniziando dall’immediato.

PUNTO 15 Chiusura degli scarichi a mare
Lo scarico in mare di arsenico, cromo, nichel, rame ed altri metalli pesanti, nonché di fenoli ed altri inquinanti dovrà cessare completamente entro 18 mesi (un anno e mezzo). La popolazione deve essere avvisata da subito dello scarico in mare di tali sostanze. Le spiagge bianche devono essere interdette alla frequentazione per almeno 1 km a nord e 2 km a sud dalla foce dello scarico.
Lo scarico a mare deve essere chiuso completamente entro 4 anni, anche se depurato dagli inquinanti di cui sopra. Gli scarichi solidi dovranno essere riutilizzati, o nell’impossibilità, smaltiti in discarica autorizzata al ricevimento di tali rifiuti. Lo stabilimento dovrà dotarsi di un impianto a circuito chiuso dell’acqua, con la possibilità solo di acqua in entrata dal mare.


PUNTO 16 Rimborso dei lavoratori posti in Cassa integrazione
Riconosciuta la strumentalità dell’iniziativa Solvay, i lavoratori posti in cassa integrazione da dicembre 2011 a maggio 2012 dovranno essere rimborsati da Solvay entro due mesi della differenza tra lo stipendio spettante e la cassa integrazione percepita.

PUNTO 17 Risarcimento per il miglioramento delle strutture sanitarie e di prevenzione
I debiti di cui ai punti 1-2-3-4-5 sono valutati in 1 (uno ) milione di euro ciascuno. La somma dei debiti ecologico-sociali accumulati da Solvay negli anni ammonta quindi a 400 milioni di euro. Si conviene tra le parti di dimezzare tale risarcimento, se e solo se Solvay darà attuazione – entro i termini – a tutti gli impegni qui sottoscritti. In mancanza del rispetto anche parziale degli impegni, sarà dovuto l’intero importo, entro il 31.12 2016. Il risarcimento sarà assegnato alla Regione Toscana e ai comuni coinvolti, che li useranno solo per indagare sulle condizioni di salute e migliorare le condizioni di vita delle popolazioni coinvolte nell’area Solvay, compreso il miglioramento delle strutture sanitarie e di prevenzione.

Restano ovviamente salvi tutti i diritti della Magistratura e di altri organi di tutela. Alla somma da risarcire va aggiunta quella per il non rispetto parziale dell’Accordo di programma 2003. Alla somma da risarcire va ovviamente aggiunta altresì quella che sarà eventualmente definita dagli organismi vigilanti sul Protocollo di Montreal.

PUNTO 18 Annullamento consensuale di progetti di invasi
Visti i precedenti punti 9 e 10, sono consensualmente annullati i progetti di invasi IDRO-S, Cortolla e Puretta, sentita anche ASA. L’ASA, quale gestore pro-tempore del Servizio idrico integrato, potrà avvalersi dei pozzi Solvay progressivamente ad iniziare dal secondo anno dalla stipula del presente accordo, in sintonia con il crono programma di cui al punto 10.

PUNTO 19 Spostamento del tronco ferroviario ad alto rischio
Il tronco ferroviario di manovra delle ferro cisterne in arrivo e partenza da e per lo stabilimento Solvay di Rosignano, compreso tra l’ex-ospedale di Rosignano e Piazza della Repubblica, concepito un secolo fa, è fonte di continuo alto rischio di incidente rilevante per la popolazione, per le sostanze tossiche lì ancora movimentate: a pochi metri da esso sono sorti nel tempo la caserma dei Carabinieri, il Commissariato di Polizia (organismi che avrebbero un ruolo centrale nella gestione di eventuali emergenze, fughe di sostanze tossiche o incendi, che sarebbero invece i primi ad essere colpiti), scuole di tutti i gradi , impianti sportivi all’aperto, abitazioni, uffici e negozi. L’ingombrante presenza del tronco ferroviario di manovra ha anche condizionato la costruzione del sottopasso ferroviario (attivazione maggio 2009), che non permette il passaggio degli autobus. Con il presente accordo si stabilisce di disattivare il tronco ferroviario, a partire dal 1 gennaio 2014, restituendo l’area alla fruizione pubblica. La manovra ferroviaria Solvay sarà spostata a sud dello stabilimento, raccordandola alla linea ferroviaria Vada-Collesalvetti-Pisa, alleggerendo al contempo opportunamente il traffico ad alto rischio dalle gallerie del Romito sulla linea ferroviaria costiera.
Il costo dello spostamento della manovra ferroviaria è a totale ed esclusivo carico di Solvay.

PUNTO 20 Tutela dei lavoratori
Vista l'accettazione volontaria da parte di Solvay del presente accordo, essa si impegna anche a non applicare nessuna misura occulta o palese di ritorsione (licenziamenti o altro) sui lavoratori dipendenti o quelli dell'indotto. Anzi, Solvay si impegna, in virtù' delle agevolazioni di cui al punto 17 a mantenere il livello occupazionale attuale almeno per tutta la durata dell'accordo. Si impegna altresì' ad avvalersi per le opere di bonifica di ditte e manodopera locale. Le amministrazioni locali favoriranno la formazione di cooperative e professionalità adeguate.

PUNTO 21 Osservatorio di monitoraggio
E’ istituito un Osservatorio per il monitoraggio del rispetto del presente accordo, formato da 6 membri, di cui uno designato dal Ministero dell’Ambiente con funzioni di Presidente, uno designato dalla Regione Toscana, uno ciascuno designato dalle Province di Livorno e Pisa, uno designato dal Comune di Rosignano M., uno designato dai Comitati popolari e dalle Associazioni ambientaliste.
L’Osservatorio ha sede presso l’ARPAT.
L’ARPAT aggiorna semestralmente il Quadro conoscitivo dell’attuazione dell’Accordo di Programma.

PUNTO 22 Comitato di sorveglianza sull’Accordo
Ai fini del controllo e del coordinamento dell’Accordo è istituito un Comitato di Sorveglianza che opera sulla base dell’attività di monitoraggio dell’Osservatorio di cui al punto precedente.

Il Comitato, composto da un rappresentante di ognuno del soggetti firmatari dell’Accordo, si riunisce almeno 2 volte l’anno, e redige un rapporto semestrale sullo stato di attuazione dell’Accordo stesso.

Ciascuna delle parti firmatarie può richiedere la convocazione del Comitato di sorveglianza.


Luglio 2012 Comitato Beni Comuni Val di Cecina






ALLEGATO 2

Alla Commissione Europea
Direzione generale Concorrenza Bruxelles
Alla AGCM Roma



Oggetto: Richiesta di intervento urgente, a tutela anche della Concorrenza e del Mercato. “Contratto di collaborazione industriale tra Soc. Solvay ed ATI Sale” per lo sfruttamento in regime di monopolio delle saline di stato in Loc. Saline di Volterra, Provincia di Pisa (Italia).



Ci rivolgiamo alla Direzione europea per la concorrenza e all’AGCM Italiana, affinchè ognuno dei due organismi metta tempestivamente in campo gli strumenti di cui dispone, per fermare un abuso che qui segnaliamo. Finora la nostra Associazione, come anche WWF, Legambiente, Italia Nostra avevano negli anni avanzato ricorsi – anche con successo – con motivazioni ambientali e di salute. Ora si avanzano anche motivazioni che attengono alla concorrenza.

PREMESSA

La Commissione Finanze della Camera dei Deputati , presieduta dall’On. Giovanni Brunale, il 13 ottobre 1995 approvava un “Contratto di collaborazione industriale tra Soc. Solvay e Amministrazione dei Monopoli di Stato” (in seguito Contratto), poi ETI, ora ATI Sale per lo sfruttamento esclusivo delle miniere di salgemma in Loc. Saline di Volterra (PI). Tale contratto è ancor oggi fermo, in quanto per ragioni ambientali (emergenza idrica dell’area ed altro) il TAR Toscana con sentenze 1048/1049/1050 del 3 luglio 2007, e di nuovo con sentenze n. 6867 e 6868 del 23 dicembre 2010 ha bloccato le autorizzazioni della Regione Toscana, con la sostanziale motivazione che non è garantita la priorità nell’uso dell’acqua alla popolazione, come prevede la Legge 36/1994 (Legge Galli), richiesta in grandi quantità per l’estrazione di salgemma dal sottosuolo. In questi mesi, anche a seguito e sotto il ricatto della messa in Cassa integrazione (a parere della scrivente , in maniera del tutto strumentale) di 23 lavoratori da parte di Solvay, la Regione Toscana ha accelerato le procedure di autorizzazione, per superare le sentenze del TAR sopra richiamate, e con atto previsto per il 9 maggio 2012 intende concludere l’iter autorizzativo, che verrebbe seguito da un Accordo di Programma.

MOTIVI AGGIUNTIVI DI OPPOSIZIONE RIGUARDO LA CONCORRENZA

Pur perdurando i motivi di opposizione di questa, come di altre Associazioni, per ragioni ambientali, sanitarie e di sicurezza, che si faranno nuovamente valere di fronte al TAR toscano, con la presente si avanzano motivi aggiuntivi di opposizione al Contratto ed alle sue successive procedure autorizzative, per ragioni di concorrenza e di mercato. Con il Contratto infatti si concede in uso esclusivo alla soc. Solvay le ultime miniere di salgemma della Val di Cecina, che a sua volta fornirà una piccola parte di salamoia alla ATI Sale (150.000 tonn/anno), trattenendosene per sé 2.000.000 tonn/anno, per trenta anni (sfruttamento rinnovabile solo una volta). Ciò esclude di fatto e di diritto eventuali altre aziende che volessero sfruttare le miniere di salgemma, aziende italiane o estere, in particolare esclude la soc. ALTAIR di Saline di Volterra, che recentemente (2009) si è dotata di nuova elettrolisi a membrana – in sostituzione della vecchia elettrolisi a mercurio, inquinante – con fondi europei e ministeriali. Tale azienda, per le leggi sulla concorrenza e a garanzia del mercato ha uguale se non maggiore diritto di accedere alle miniere di salgemma trovandosi sul posto, a differenza di Solvay che invia la salamoia per tubazione a Rosignano Solvay, a 35 km di distanza. In passato infatti ALTAIR, fondata da ENI negli anni ’60, poi passata ad altri proprietari e diversamente denominata (Samatec), ha usato per decenni la salamoia del posto, prima della Salina dei Monopoli di Stato, poi di una miniera separata poco distante, detta miniera Doccini-Canova (tra l’altro inquinandola con salamoia esausta al mercurio). Negli anni tra il 1968 e il 1973 Solvay già tentò un’operazione “monopolistica” (o quanto meno egemonica per ottenere la esclusività della produzione di cloro e soda caustica in Italia centrale) acquistando al 48% la proprietà e gestendo con propri dirigenti sia l’impianto ex-ENI oggi ALTAIR di Saline di Volterra, sia la miniera di salgemma annessa. Poi se ne liberò, forse presagendo i costi di bonifica della miniera Doccini-Canova, dichiarata nel 1999 come sito da bonificare con urgenza dalla Regione Toscana, e tutt’oggi non bonificata. Successivamente (anni ’90) ALTAIR è passata a trattare salamoia potassica in alcune celle dell’elettrolisi di Saline, mentre in altre celle proseguiva il trattamento della salamoia sodica (salgemma). Successivamente ed ancor oggi tratta solo salamoia potassica, importata via camion da fuori area.

Ma (ed è qui il punto che si vuole ben evidenziare in questa nota) può sempre aver interesse a tornare a trattare anche o esclusivamente salamoia sodica (salgemma), ed in questo caso troverebbe la strada sbarrata dal Contratto in via di autorizzazione regionale, che dà l’esclusiva su tutte le miniere di salgemma a Solvay, nonostante questa abbia un’autonomia sulle vecchie miniere di Buriano, Casanova e Querceto per almeno altri 40 anni, stimati da Pinna ed altri (UNIPISA). Visto tutto quanto sopra, con la presente si chiede l’annullamento del Contratto per manifesta infrazione alle leggi sulla concorrenza, sia europee che italiane. Si segnala che nessun contraccolpo sul piano produttivo ed occupazionale potrebbe derivare, ad avviso della scrivente Associazione onlus Medicina democratica, dall’annullamento del Contratto in quanto Solvay ha ancora un’ampia autonomia sulle vecchie concessioni minerarie, e che a media scadenza Solvay può (ad avviso della scrivente Associazione deve) dotarsi di un dissalatore di acqua di mare, da cui ricavi acqua e sale per e nello stabilimento di Rosignano Solvay (LI) che è situato sul mare, a differenza – ad esempio – di ALTAIR che è situato a 35 km dal mare.

Si segnala infine – solo a titolo informativo – che il Contratto in oggetto, stipulato nel lontano 1995, è reso ancor più insostenibile ed inattuabile per tre nuovi motivi, nel frattempo evidenziatisi: cambiamenti climatici conclamati, con minore piovosità e minore disponibilità d’acqua nella Val di Cecina, come e più che altrove (Protocollo di Kyoto 1997, “Progetto Cecina bacino pilota” per la rinaturalizzazione del fiume Cecina, con finanziamenti europei e ministeriali 2003), proclamazione dell’emergenza idrica in Toscana il 2 Aprile 2012.

Tutti i comuni della Val di Cecina tra il 2003 ed oggi sono o sono stati coinvolti nel regime delle deroghe sugli inquinanti nell’acqua potabile, per lo scadimento generalizzato della qualità dell’acqua.

Sono state svolte due Indagini epidemiologiche dal CNR Pisa per conto della Regione Toscana, che hanno evidenziato 1157 morti in più rispetto agli attesi (535 morti in più nell’Indagine sugli effetti della geotermia (2010), 622 morti in più per l’esposizione a cromo esavalente nell’acqua potabile (2009)) nel periodo 2000/2006.

Si resta disponibili per eventuali chiarimenti, ed in attesa di provvedimenti tempestivi.

Rosignano, 28.4.12

Maurizio Marchi
Resp. Prov. Medicina democratica
Livorno e Val di Cecina

martedì 9 aprile 2013

BLOCCHIAMO L'ACCORDO-TRUFFA PER UNO SVILUPPO ALTERNATIVO E PULITO IN VAL DI CECINA


Venerdì 12 Aprile ore 21.00

ASSEMBLEA-DIBATTITO CON LA CITTADINANZA
Presso il Bar Libeccio Piazza Alessandrini - Cecina
(sotto la sede della Pubblica Assistenza)

La Regione Toscana, prona agli interessi Solvay, sta lavorando da mesi (anzi da 17 anni) per regalare alla multinazionale belga tutto il sale e l’acqua della Val di Cecina, con annessi devastanti progetti di invasi. Le normali autorizzazioni però non bastano, perché vengono giustamente bloccate dal TAR, come nel 2007 e nel 2010, con la sostanziale motivazione che sull’acqua deve essere data priorità alla popolazione, anziché all’industria.
Allora gli assessori regionali Simoncini e Bramerini stanno preparando con Solvay un accordo di programma, in cui Solvay si assuma qualche marginalissimo impegno “volontario”, e con questo aggirare le sentenze del TAR e sbloccare lo sfruttamento minerario della VdC per i prossimi 30 anni, fino all’esaurimento del salgemma.
Se passasse questo accordo-truffa, possiamo scordarci qualsiasi tipo di sviluppo alternativo e pulito in VdC, perché senz’acqua, come è noto, non si può fare niente.
Da 9 mesi ormai stiamo avanzando a tutti i soggetti toscani, nel silenzio generale, un accordo alternativo, basato sinteticamente sulla rinuncia volontaria e graduale da parte di Solvay dello sfruttamento di acqua e sale della VdC, che si è rivelato ampiamente insostenibile (per inquinamento, patologie di massa, distruzione del tratto di costa, devastazione idrogeologica, ecc.) e sulla costruzione, sempre a carico della multinazionale, di un dissalatore di acqua di mare dal quale ricavi sale ed acqua necessari allo stabilimento di Rosignano.
I lavori intorno al dissalatore e alle bonifiche ambientali costituiscono l’unico PIANO INDUSTRIALE serio ed in grado di dare una prospettiva sicura ai lavoratori Solvay, per uno stabilimento altrimenti in inesorabile declino.

 
Comitato Beni Comuni Val di Cecina
 
Medicina Democratica Livorno