venerdì 1 giugno 2012

Vicenda campo da golf a Bibbona (LI) - Un intervento del nostro Andrea Sammuri


Alla Regione Toscana
Settore Valutazione d'impatto ambientale - Piazza dell'Unita' Italiana 1- 50127 Firenze

Oggetto: controdeduzioni al progetto di “Riqualificazione ambientale in ambito turistico – golf costa degli etruschi “ Comune di Bibbona (LI).

Con la presente si controdeduce al progetto di “Riqualificazione ambientale in ambito turistico – golf costa degli etruschi” nel Comune di Bibbona (LI) con le seguenti osservazioni:

  • 1°Osservazione. La non redditività immediata del campo da golf si porta dietro metri cubi di cemento con la cui vendita si cerca così di ammortizzare l’investimento iniziale e i costi di gestione. L’investimento necessario per la realizzazione di un nuovo campo da golf (18 buche) si aggira mediamente intorno ai 5 milioni di euro e molto spesso la gestione da sola non e’ in grado di coprire le spese di manutenzione che possono essere stimate in almeno 300.000 € l’anno. Il lungo tempo di recupero del capitale (stimato in 42 anni da uno studio Austriaco) costituisce un altro rischio per l’investimento. Nel caso specifico la costruzione del campo da golf non è altro che una scusa per costruire un immenso complesso turistico-alberghiero in una zona di alto pregio paesaggistico-ambientale a pochi chilometri da Bolgheri.
  • 2° Osservazione. L'uso di enormi quantità di pesticidi che necessitano i campi da golf e che per il progetto in questione risultano essere sottostimati. Per il settimanale New Scientist su un campo da golf in Giappone si impiegano mediamente una tonnellata e mezzo di prodotti chimici all’anno una quantità superiore di 8 volte quella utilizzata per i campi da riso. In Danimarca i 135 campi da golf (il 40% del totale) che sorgono su terreni statali o comunali entro il 2003 si sono dovuti adeguare ad un bando completo dei residui di pesticidi previsti che possono inquinare le acque di falda. Ciò’ è prescritto dalla normativa nazionale riguardante quel paese, segno evidente di un problema che esiste. Nella nostra zona l’uso massiccio di pesticidi andrà ulteriormente a gravare su un ecosistema già compromesso a causa delle monocolture esistenti. Persino un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite che persegue la promozione della giustizia sociale e il riconoscimento dei diritti umani nel lavoro, l’OIL (l’Organizzazione Mondiale del Lavoro), si esprime in maniera molto critica: “La realizzazione di percorsi golfistici e’ stata un disastro in molti paesi (Filippine, Indonesia, etc) accentuando la penuria d’acqua, attraverso l’espropriazione di terre e la deforestazione , al punto di suscitare la nascita di un movimento internazionale di resistenza, il Global Antigolf Network”(n.39 giugno 2001, magazine OIL, dedicato al turismo socialmente responsabile) http://www.ilo.org/global/publications/magazines-and-journals/world-of-work-magazine/lang--en/index.htm A esprime preoccupazione in prima linea sono anche gli agricoltori italiani. Su un notiziario della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA), una delle maggiori organizzazioni del settore, (Mondo Agricolo Veneto n.29 del 2001) si legge infatti che “Il diffondersi del gioco del golf sta creando serie conseguenze all'ambiente". Dunque malgrado apparenze e costose propagande patinate di verde, il golf si e’ rivelato nei fatti una disciplina ecologicamente insostenibile.
  • 3° Osservazione. Il terzo aspetto, non per ordine d’importanza, è senz’altro l'enorme impatto sulle falde acquifere. Per il prof. Vittorio Gallerani dell’Università di Bologna “Il campo da golf necessita di una notevole mole d’acqua irrigua per mantenere un’adeguata crescita della vegetazione nelle aree di gioco” (Agrobusiness Paesaggio Ambiente nn.2-3 1997/1998).
    Ogni campo da golf, tipo medio, a 18 buche (come quello previsto a Bibbona), secondo stime dell’Associazione Europea del Golf, consuma in media 2.000 metri cubi di acqua il giorno. Ovvero ogni 24 ore un percorso si “beve” la stessa quantità d’acqua consumata da un paese di 8.000 persone.
    La situazione idrica della nostra zona è già ora disastrosa sia per la quantità d’acqua sempre più scarsa a causa dei numerosi prelievi industriali, sia per la qualità, infatti nelle nostre falde troviamo non solo nitrati, ma anche boro, arsenico, trialometani ,cloriti, e cromo. Il recente studio del CNR, frettolosamente dimenticato dalle nostre amministrazioni, ha individuato 622 morti in più rispetto alla media toscana nel periodo 2000/2006, per l’esposizione a cromo esavalente. Va segnalato che per questi motivi le autorità competenti, il Bacino Toscana Costa e l’AATO nr. 5 hanno espresso pesanti rilievi al progetto. L’uso dell’acqua per il golf dunque oltre ad essere considerato una sorta di lusso insopportabile tra i consumatori, anche per alcune norme legislative sembrerebbe essere non ammesso: “Nei periodi di siccità e comunque nei casi di scarsità di risorse idriche....deve essere assicurata, dopo il consumo umano, la priorità dell'uso agricolo” (art.28 Legge nazionale n.36 del 5 gennaio 1994)
    Un uso ludico, quello dell’innaffiamento per il mantenimento del golf, che inoltre contraddice il principio di sostenibilita’ dell’uso delle risorse naturali propugnato dall’Agenda 21, il decalogo stilato dalla Conferenza delle Nazioni Unite svoltasi a Rio De Janeiro nel 1992. Le falde situate nella zona di Bibbona come d'altronde tutte quelle costiere soffrono fortemente del
    cuneo salino, quindi maggiori emungimenti non faranno altro che aumentare tale criticità. Queste problematiche assumono ancora maggiore importanza se teniamo conto che proprio nelle ultime settimane la Regione Toscana ha decretato lo stato d'emergenza per la risorsa idrica, come potrebbero le autorità essere credibili di fronte ai cittadini con campagne di sensibilizzazione e limitazioni sull'uso dell'acqua, quando poi della stessa se ne consente un uso che di sociale e di pubblico non ha proprio niente?
    Di seguito un riassunto delle principali criticità riscontrate dagli enti competenti in occasione dell'analisi del progetto sottoposto a verifica nel 2010.
  • Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico per le province di Pisa e Livorno:
    Parere contrario. La realizzazione del campo da golf non giustifica la nuova volumetria proposta. Il progetto dei quattro comparti edificatori costruiti così come proposto, inserito in un contesto agricolo-rurale, non ha riferimenti con le tipologie edilizie esistenti e presenti nella zona in questione interessata dall’intervento. Inoltre la scelta delle soluzioni architettoniche delle tipologie non ha alcun dialogo tra natura-territorio e costruito. L’intervento non pare configurarsi come riqualificazione in un’area peraltro prettamente rurale, in quanto prevede evidenti lottizzazioni localizzate tra preesistenze diluite, sporadiche e campagna per cui configura le aree con una diversa connotazione urbanistica che trasforma il territorio da rurale a periurbano, inoltre la progettazione evidenzia interventi edificatori isolati e non indica le esigenze di collegamento viario che verrebbero a crearsi.”
  • Settore Pianificazione territoriale della Regione Toscana:
    In conclusione, oltre alle carenze sopra evidenziate, si ritiene che gli interventi, desumibili dagli elaborati trasmessi per la Verifica di assoggettabilità, siano di rilevante impatto sul contesto paesaggistico- territoriale di riferimento e non risultino coerenti e compatibili con il PIT e con la scheda di paesaggio di riferimento”
  • Provincia di Livorno
    Il PTC (Piano Territoriale di Coordinamento) riconosce la preminente rilevanza strutturale e funzionale della matrice paesaggistica rurale in relazione ai valori naturalistici ed ecosistemici, storici e culturali, e visuali del paesaggio contenuti nel PIT. In relazione a quanto sopra, il PTC per il sistema funzionale dell’agricoltura, individua alcuni obiettivi prestazionali di salvaguardia e promozione dell’attività agricola, tra i quali il limitare l’introduzione di funzioni in antitesi nel territorio rurale mediante destinazioni d’uso diverse dalla funzione agraria e favorendo il ruolo multifunzionale dell’imprenditore agricolo professionale con attività complementari a quella aziendale (art. 37.1 Disciplina). Pertanto, la previsione realizzativa di un campo da golf nell’area individuata, anche in relazione alla prospettata variante, è da ritenersi in contrasto con l’obiettivo di cui sopra e pertanto non coerente con il vigente PTC
  • Bacino Toscana Costa
    l’area d’intervento interessa l’acquifero costiero di Bibbona, per il quale lo Studio “ Corpi idrici a criticità del Bacino Toscana Costa e relativi limiti d’uso in riferimento all’obiettivo di equilibrio del bilancio idrico” individua condizioni di criticità connesse a fenomeni di ingressione di acqua salmastra e di arricchimenti in nitrati. Criticità confermate anche dal ‘Piano di Gestione del Distretto Appennino Settentrionale’ recentemente adottato, che individua specifiche misure di miglioramento quali/quantitativo.”
  • AATO Toscana 5
    - attese le dimensioni delle strutture ricettive previste nel progetto, “si presume un carico di punta potenziale di circa 750 – 1000 AE, sensibilmente maggiore di quello ipotizzato dai progettisti”;
    -“ il sito ricade interamente all’interno dell’area vulnerabile da nitrati di origine agricola individuata dalla DCR n. 170/2003 a cui si applica il Regolamento approvato con DPGR 32/R 2006. Di tale circostanza è necessario tener conto nella valutazione della sensibilità ambientale delle aree che possono risentire dell’impatto del progetto, come previsto all’Allegato D della L. R. 10/2010”;
    - “si segnala inoltre la presenza di pozzi di approvvigionamento idropotabile ubicati in vicinanza del sito e di cui si segnala la necessità di tutela quali/quantitativa della risorsa”;
  • Ufficio Valutazione Impatto Ambientale Regione Toscana
    - atteso che la realizzazione del sistema drenante del campo da golf, che attraverso apposite canalizzazioni interrate convoglierà l’acqua verso i bacini di raccolta e verso l’impianto d’irrigazione, crea un sistema chiuso, con ricircolo dell’acqua, e di fatto determina una impermeabilizzazione del suolo con drastica diminuzione dell’infiltrazione efficace per la ricarica della falda, manca una specifica analisi degli impatti di tale realizzazione
    - il Piano di Gestione delle Acque del Distretto Appennino Settentrionale (adottato nella seduta del Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino del fiume Arno del 24 febbraio 2010) indica lo stato attuale del Corpo idrico costiero tra Fiume Cecina e S. Vincenzo come “scarso”; - per gli acquiferi in condizioni di criticità per deficit di risorsa, il Piano di Tutela delle Acque della Regione Toscana prevede alcune misure tra le quali: “nei corpi idrici sotterranei a grave deficit di bilancio idrico ed in quelli interessati da fenomeni di ingressione di acque marine, non possono essere rilasciate nuove concessioni di derivazione, ad eccezione delle concessioni ad uso idropotabile. Qualora siano rilasciate le predette concessioni, la Provincia deve ridurre di una pari quantità le concessioni esistenti ad uso non idropotabile” (art. 5, comma 5);
    - il bilancio idrico indica le necessità, le modalità per soddisfarle sono indicate soltanto in linea generale (piogge meteoriche in autunno/inverno, depurazione delle acque del complesso ricettivo, più sei pozzi da utilizzare solamente nella fase iniziale)
    - l’uso di pozzi, alcuni situati al di fuori dell’area d’intervento, tutti autorizzati ad uso domestico ad eccezione di uno, compromette qualitativamente e quantitativamente lo stato della falda della zona. Inoltre le portate risultano sovrastimate sulla base della conoscenza del territorio interessato;
    - la previsione realizzativa dell’impianto di fito-depurazione risulta insistere su un’area vulnerabile ai nitrati, e che nelle vicinanze esistono pozzi gestiti da ASA, le modalità previste per lo scarico dei reflui non è congruente con il fine di salvaguardare la falda acquifera
    - le specie erbacee indicate al punto 3.4 del SIA ed utilizzate per la realizzazione dei green e dei tie richiedono, per il loro impianto e il successivo mantenimento, un notevole apporto di concimi chimici o chimico-organici azotati, che risulta scarsamente compatibile con la vulnerabilità del territorio ai Nitrati;
    - i fabbisogni di concimi e fitofarmaci appaiono sottostimati in confronto a quanto è possibile leggere in letteratura
    Distinti saluti. 

    Cecina 01/06/2012
    Andrea Sammuri




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