martedì 4 giugno 2013

Un po' di storia: 2008 - Esposto alla Procura della Repubblica di Livorno...

Sezione di Livorno e della Val di Cecina

Alla Procura della Repubblica di Livorno
(alla cortese attenzione del sostituto procuratore RIZZO)

Oggetto : Scarichi Solvay, nocività e sospetto di truffa.

Si fa seguito alla nota del 20.6.06 inviata per conoscenza a codesta spett. Procura, e per competenza al Sindaco di Rosignano Marittimo, avente ad oggetto “Diffida a permettere balneazione e sosta alle spiagge bianche”, che si allega in copia. (allegato 1)

Nel frattempo questa Associazione interessava della questione anche altre Autorità, con la nota del 1.3.2007, che si allega in copia, rimasta senza alcuna risposta (allegato 2).

Le questioni che si pongono con il presente esposto sono le seguenti.

La soc. Solvay di Rosignano, non rispettando gli impegni formalmente sottoscritti con l’Accordo di programma del 31.7.03 ( a cui sono collegati un pre-accordo del luglio 2002 e un accordo “per la definizione dei tempi e delle modalità per l’erogazione del finanziamento” del 23.6.04)
1 – ha arrecato danno alla salute pubblica e all’ecosistema marino, continuando nello scarico di solidi sospesi e di mercurio, oltre i limiti dell’accordo per i solidi,
2 – ha ricevuto illecitamente finanziamenti pubblici legati al programma di riduzione degli scarichi, non rispettato, di cui all’Accordo citato,
3 – ha costruito un nuovo impianto (elettrolisi a membrana) detto “Progetto Leonardo” senza un’adeguata preventiva bonifica del sito inquinato, come previsto dalla legge,
4 - dato che il rispetto dell’Accordo citato era la condizione indispensabile per ottenere l’autorizzazione in deroga agli scarichi a mare, effettivamente concessa dalla Provincia di Livorno il 21.1.2000 e reiterata nel 2004, il non rispetto dell’Accordo rende automaticamente illegale lo scarico di solidi sospesi in mare oltre i limiti di legge, dal 2000 alla data odierna.

L’Accordo di programma del 31.7.03 prevedeva in sintesi:
a) solidi scaricati in mare in 200.000 tonnellate/anno: riduzione del 30% entro il 31.12.2003, riduzione complessiva del 60% entro il 31.12.2006, riduzione complessiva del 70% entro il 31.12.2007.
b) fermata dell’elettrolisi a mercurio entro il 31.12.2007 e costruzione della nuova elettrolisi a membrana entro il 31.12.2006 previa bonifica del sito inquinato.
c) Risparmi d’acqua dolce e di materiali di cava.
d) Finanziamenti pubblici a fondo perduto per circa 20 milioni di euro.

Scarico di solidi in mare

Questa Associazione ha chiesto ed ottenuto , ai sensi della legge 241/90 le relazioni semestrali redatte da ARPAT Livorno, previste nell’Autorizzazione prov.le del 21.1.2000, dal 2001 al 2007 compreso.
Dalla relazione relativa al 2° semestre 2007 risulta che – al 31.12.2007, termine ultimo di verifica dei risultati – gli scarichi Solvay in mare ammontavano ancora a 148.359 tonnellate annue, mentre avrebbero dovuto - ai sensi dell’Accordo citato – ammontare ad un massimo di 60.000 t/a (riduzione del 70 % su 200.000 t/a).
Tale fallimento del risultato concordato nell’Accordo avrebbe dovuto essere ampiamente previsto dalle Autorità preposte al controllo, riunite in una “Commissione di Verifica dell’Accordo”, dato che i risultati intermedi erano stati falliti.
Infatti dalle relazioni semestrali ARPAT risulta – nonostante che la portata del fosso di scarico fosse misurata solo da Solvay almeno a tutto il 2006, e fornita alle autorità di controllo – quanto segue : nelle relazioni semestrali fornite nell’ottobre 2001, luglio 2002 e febbraio 2003 risulta addirittura un consistente AUMENTO degli scarichi solidi (rispettivamente 218.000 t/a, 266.000 t/a, 254.000 t/a), mentre nella relazione di gennaio 2004 lo scarico scende “miracolosamente” a 160.000 t/a che – con una riduzione del 20 % complessivo – fallisce comunque l’obbiettivo di riduzione del 30 % al 31.12.2003.
Nella relazione al gennaio 2007 risulta ancora uno scarico di 160.000 t/a di solidi, a fronte di un obbiettivo di 80.000 t/a massime (meno 60 % complessivo).

L’osservazione di tali mancate riduzioni di scarico avrebbe dovuto indurre le autorità (in particolare la Regione Toscana, tenuta ad erogare i fondi a stati di avanzamento) ad interrompere la corresponsione dei finanziamenti a fondo perduto, che invece non risultano mai interrotte.

Costruzione nuova elettrolisi e fermata della vecchia

La costruzione della nuova elettrolisi a membrana ha aggirato ed evitato la proceduta di Valutazione d’impatto ambientale (VIA), a differenza di identico intervento nel polo di Porto Marghera, doverosa in quanto si tratta di impianto ad alto rischio d’incidente rilevante (produzione di grandi quantità di cloro). Ha altresì evitato, riducendola a dimensioni ridottissime, la bonifica preventiva dell’ampio sito inquinato da mercurio e clorometani, come risulta dai Verbali delle Conferenze dei servizi tenute fra le autorità locali e Solvay fra il 3 ottobre 2005 e il 20 gennaio 2006, conclusesi con la Delibera n. 11 del 26.1.2006 della Giunta Comunale di Rosignano Marittimo.

Inoltre, la vecchia elettrolisi a mercurio ha continuato a marciare fino al 31.12.2007, rendendo impossibile – anche volendo – la bonifica delle emissioni “correnti” di mercurio, mentre il nuovo impianto era in costruzione. L’accavallarsi dei due impianti (costruzione del nuovo, mentre il vecchio continua a marciare) era d’altronde un punto di grave contraddizione dell’Accordo di programma del 2003, che garantiva la continuità della produzione di Solvay, ma non garantiva
– appunto – una bonifica adeguata del sito inquinato.

Infine non si hanno notizie, né tantomeno garanzie sullo smantellamento e lo smaltimento del vecchio impianto e delle 150 tonnellate di mercurio in esso presenti.

Resta intoccato l’enorme inquinamento da mercurio dell’area di stabilimento Solvay, dell’area circostante esterna e del mare antistante, che vari studi scientifici valutano ammontante ad almeno 500 tonnellate in mare, ed altrettante disperse in atmosfera.

Grave danno alla salute pubblica

Per questo inquinamento, il caso di Rosignano è citato nei testi scientifici accanto a quello di Minamata in Giappone (ad esempio in “Medicina del lavoro” di Luigi Sartorelli, ediz. Piccin 1981), e il Programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP-MAP) nel 2002 catalogava Rosignano come uno dei 15 luoghi costieri più inquinati d’Italia (Rapporto n.124).
Questa Associazione sta lavorando da anni alla ricerca di dati che dimostrino il rapporto di causa-effetto di varie patologie con l’esposizione di massa all’inquinamento da mercurio.
Ha composto un dossier (“Mercurio a Rosignano, una tragedia infinita”) che raccoglie tutti gli studi svolti nella zona sull’argomento, negli ultimi trenta anni.

Gli organi bersaglio del mercurio sono il rene, il sistema nervoso centrale e il feto nella donna incinta.
L’unica pubblicazione ufficiale della Regione Toscana, diffusa anualmente, “Morti per causa”, affronta ed esamina solo le cause di morte, quindi è solo parzialmente utilizzabile nel caso specifico, in quanto di malattie renali o di quelle al sistema nervoso si soffre ma raramente o come concausa si muore.
Nella pubblicazione “Morti per causa” tuttavia questa associazione ha messo a fuoco un possibile nesso di causa-effetto dell’esposizione di massa al mercurio nell’eccesso di mortalità infantile, nelle morti per malformazioni congenite, nell’eccesso di suicidi ricollegabili a malattie nervose.

Per altri canali si sa di un eccesso di patologie nervose che coinvolgono addirittura 700 bambini.
Urge pertanto una INDAGINE EPIDEMIOLOGICA mirata, che punti a mettere a fuoco non tanto e non solo le morti, ma soprattutto le malattie con cui si convive soffrendo, con un sovraccarico umano ed economico per le famiglie e la società.

Smaltimento gratuito di rifiuti tossici in mare

Lo smaltimento gratuito di rifiuti industriali, con alto grado di tossicità per l’ambiente e la popolazione della zona va avanti dal 1917 (messa in marcia della sodiera), si è aggravato nel 1939 con la messa in marcia dell’elettrolisi a mercurio, nel 1953 con la messa in marcia di un impianto per la produzione di CVM (Cloruro di vinile monomero) poi chiuso nel 1978 a seguito di una “Indagine sulla popolazione di Rosignano esposta ad inquinamento ambientale da CVM” della Regione Toscana (i lavoratori esposti devono essere monitorati per legge fino a 40 anni dopo la fine dell’esposizione, cioè fino al 2018, mentre per la popolazione esposta non ci sono norme di tutela), e negli anni ’60 con la messa in marcia degli impianti clorometani (prodotti cancerogeni, come il cloroformio e il tetracloruro di carbonio), polietilene ed acqua ossigenata.

Fino alla fine degli anni ’80 (il sottoscritto ne è testimone oculare) esistevano nell’area della foce del fosso di scarico alcune vasche di decantazione, poste in successione, che permettevano la decantazione e il recupero – ai fini di smaltimento in discariche autorizzate – di gran parte dei solidi contenenti tracce di inquinanti quali mercurio, ammoniaca, cloro, clorometani, esano, solventi, ecc.
Tali vasche furono inspiegabilmente soppresse, e da allora lo scarico avviene direttamente in mare. E’ probabile che la soppressione sia avvenuta – con la partecipazione attiva delle istituzioni preposte – con la motivazione che in quegli anni si introdussero strumenti di misurazione degli inquinanti tossici “a piè d’impianto”, cioè all’uscita di ogni singolo impianto parziale (ad es. elettrolisi a mercurio, clorometani, ecc).
Tale motivazione evidentemente non regge, in quanto se anche tali misurazioni avessero rilevato emissioni parziali entro i limiti di legge dei singoli inquinanti tossici, tali emissioni parziali convergevano e convergono tuttora nell’unico canale di uscita, creando una miscela di inquinanti la cui tossicità sinergica è invalutabile.

La soppressione delle vasche è spiegabile più realisticamente con la volontà venale di ridurre drasticamente le spese di smaltimento in discarica dei materiali ivi dragati.

Si segnala che sul sito SIRA-EPER (Registro delle emissioni inquinanti, curato dall’Agenzia europea per l’ambiente, EEA) sono presenti alcune pagine che enumerano le sostanze tossiche emesse dallo stabilimento di Rosignano, distinte per società emittente. La quantità di tali sostanze sembra autodichiarata o stimata, e rappresenta pertanto la base minima per ogni lettura critica o indagine.

Nessuno può dire che non sapeva

Si segnala , come accennato in premessa, che questa associazione già oltre un anno fa, con la nota dell’1.3.07 allegata, chiedeva il blocco dei finanziamenti pubblici a Solvay, evidenziando il pluriennale non rispetto degli accordi firmati, senza ottenere risposta da nessuna autorità in indirizzo.
Riguardo specificamente al mercurio, questa associazione scriveva fra l’altro una nota (allegato 3) all’Assessore regionale all’ambiente Marino ARTUSA (la regione erogava materialmente i fondi a stati di avanzamento) segnalando fra l’altro la inadeguata bonifica del sito inquinato da mercurio, sul quale si stava costruendo la nuova elettrolisi a membrana, come risulta dai Verbali delle Conferenze dei servizi svolte fra l’ottobre 2005 e il gennaio 2006 (diponibili), conclusesi con la Delibera n. 11 del 26.1.2006 della Giunta Comunale di Rosignano M., autorizzativa.

Si segnala infine che fin quasi alla fine del 2006 la portata del fosso di scarico era misurata solo da Solvay, mentre l’ARPAT si limitata a misurare la concentrazione per litro degli inquinanti.
A richiesta di questa associazione, il signor Fernando MARZELLA del Servizio idrologico della Regione Toscana, con nota e-mail del 19.5.08 comunicava che “Nel corso del mese di ottobre 2006 il SIR- Centro funzionale ha istallato un misuratore di portata ad ultrasuoni in corrispondenza del canale di scarico a mare”. (allegato 4)

Visto tutto quanto sopra, si ipotizza:
- grave danno alla salute pubblica perpetrato da Solvay e sottovalutato o coperto dalle
istituzioni,
- truffa ai danni dello stato ed appropriazione indebita di fondi pubblici da parte di Solvay,
- indebita erogazione di fondi pubblici da parte delle istituzioni firmatarie dell’Accordo del
31.7.03,
mancato, o inefficacie, o collusivo controllo da parte delle istituzioni preposte sia del rispetto dell’accordo citato, sia delle attività di Solvay in generale.
Salvo se altro.

Si resta a disposizione per eventuali chiarimenti e si porgono distinti saluti.

28.5.08

Maurizio Marchi (Responsabile prov.le)


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