venerdì 21 febbraio 2014

PER UN 8 MARZO IN DIFESA DEL DIRITTO ALLA SALUTE DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE E REGIONALE DEL DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE DELLE DONNE NELLA VITA E NELLA GESTIONE DELLA PROPRIA SALUTE






Il Coordinamento Toscano per il Diritto alla Salute assume la giornata dell’8 marzo 2014 come giornata di denuncia dello sfruttamento femminile e in difesa dei diritti e della dignità della donna, mettendola al centro di una mobilitazione che proponiamo sia condivisa da tutte le realtà che in Toscana si battono nelle maniere più diverse in difesa del diritto alla salute e della sanità pubblica.

In quel giorno focalizzeremo l’attenzione sull’attacco all’autodeterminazione delle donne, attuato attraverso la neutralizzazione di fatto di alcuni diritti fondamentali, conquistati in tanti anni di lotte sociali e civili. Nello stesso tempo evidenzieremo quanto gli attacchi al diritto alla salute abbiano un’incidenza particolare proprio per la condizione femminile.
Parliamo innanzitutto del quotidiano contrasto alla legge 194, legge l’interruzione Volontaria di Gravidanza e alla mancanza della sua piena applicazione. Il forte incremento di obbiettori di coscienza, l’accentramento dei servizi, non permette che questo diritto sia assicurato in tutti gli ospedali pubblici, determinando di fatto delle differenze di classe tra “chi può” e chi non può, gettando di nuovo le donne meno abbienti nel mondo della clandestinità a basso costo e ad alto rischio di malattie e morte.
Un diritto quotidianamente messo in discussione anche dai comitati pro life, no194., no choice, (spesso finanziati con soldi pubblici ), che stanno svolgendo campagne antiabortiste finalizzate alla rimessa in discussione della legge, anche attraverso raccolta firme per la sua abrogazione.
La mancata piena applicazione della 194 è dovuta anche alla chiusura dei consultori, limitando di fatto la funzione educativa e di sostegno della donna in tutte le sue scelte, è dovuta all’assenza di educazione sessuale nelle scuole primarie, all’assenza di contraccezione gratuita. 
A peggiorare la condizione delle donne nel rapporto con il SSR, occorre evidenziare come la Regione Toscana abbia messo in programma la chiusura dei punti nascita sotto i 1.000 parti motivandola con considerazioni poco fondate “di sicurezza”, come dimostrato dai dati statistici, nascondendosi dietro il paravento della sicurezza la scelta di effettuare tagli.
Contro queste politiche proponiamo una mobilitazione che, a partire dai territori, dovrà stabilire legami con le lotte che si stanno sviluppando in tutta Europa. Un continente che, sotto il dominio dell’Unione Europea, sta tornando al Medio Evo, in termini di negazione di diritti e autodeterminazione, come sta avvenendo sia in Spagna, sia a livello di Parlamento europeo, con la recente bocciatura della proposta di legge Estrela.
Soltanto un sistema statuale laico può garantire i diritti dell’individuo.
In Italia, nonostante il vorticoso alternarsi dei governi nazionali, l’attacco al SSN è costante, perché risponde ai diktat della Troika europea e della borghesia nazionale, che gerarchicamente dettano le condizioni del massacro sociale, in atto nel nostro paese così come in tutto il continente. Emblematica la situazione in Grecia , dove il sistema sanitario ha subito una distruzione completa: in questo paese oggi le donne sono costrette a pagare 600 euro per il parto, 1000 se cesareo, mettendo in discussione il diritto alla maternità.
In tema sanitario e socio/assistenziale le scelte del “nuovo” governo Renzi si inseriranno in quel solco, nel rispetto del cosiddetto “Pareggio di bilancio” inserito come Legge in Costituzione. Dal 2016 i tagli “automatici” per ridurre un debito “pubblico” creato da banche, speculatori e imprenditoria parassitaria, si aggiungeranno alle “normali” manovre economiche governative.
Per realizzare quelle politiche, le spese sanitarie rimangono un salvadanaio fondamentale al quale attingere.
In Toscana la Giunta Rossi è da anni all’avanguardia nell’indicare la strada migliore per tagliare, dismettere o appaltare la sanità pubblica ai privati: Misericordie, Pubblica Assistenza, Croce Verde, Medici associati e altri soggetti.
La lista dei tagli in atto nella nostra Regione è così lunga e articolata che la ricordiamo solo per titoli: centinaia di posti letto eliminati, chiusura di Punti nascita sotto le 500 nascite annuali entro il 2013 e sotto le 1000 nascite antro il 2014, riduzione da 12 a 6 delle centrali del 118, con prospettiva di portarle addirittura a 3, progressiva eliminazione delle Guardie Mediche, chiusura dei piccoli ospedali e di decine di presidi sanitari territoriali, costruzione di quattro mega ospedali con il meccanismo del “Project Financing”, che regala ai privati la loro gestione per decine di anni.
Nonostante questi tagli draconiani e il costante aumento dei ticket, la Regione Toscana continua a pagare per l'assistenza religiosa con finanziamenti di milioni  di euro a personale cattolico (islamici, ebraici e altri sono presenti, ma senza oneri per le aziende)  assunto su indicazione della curia e senza concorso.
Siamo di fronte ad una vera e propria desertificazione sanitaria nelle periferie e riorganizzazione del “centro”, che pesa ogni giorno di più nel sistema pubblico restante, intasando i Pronto Soccorso e le cliniche, con aggravio di carichi di lavoro per il personale sanitario, inefficienze e aumento vertiginoso di rischi per l’utenza e i malati.
Una politica di tagli portata avanti utilizzando a piene mani i mass media, attraverso i quali gli Uffici Stampa della Regione e delle ASL tentano di abbindolare e convincere gli utenti della correttezza di queste politiche, per “risanare”, Ottimizzare”, razionalizzare”.
Dove la propaganda non riesce a ottenere i risultati sperati – anche per merito delle lotte che smontano la propaganda e le menzogne - Rossi, Marroni e gli strapagati burocrati di ASL e Società della Salute spostano le responsabilità al governo centrale, in un ipocrita e falso gioco delle parti tra il PD regionale e quello nazionale.
I cittadini che si rivolgono al SSN, i malati, le donne, gli anziani, i lavoratori ospedalieri stanno maturando, sulla propria pelle, la coscienza di quel che accade ogni giorno nella sanità pubblica e sui territori, devastati da politiche industriali inquinanti e distruttive. La nascita di tanti comitati locali in difesa della salute e del sistema sanitario pubblico è espressione di questa presa di coscienza.
Il Coordinamento Toscano per il Diritto alla Salute unifica molti di questi comitati, con l’obiettivo di creare quella massa critica indispensabile per ipotizzare un’inversione di tendenza, in grado di bloccare la distruzione di un servizio salva - vita per le maggioranze meno abbienti della popolazione.
In questo percorso di unificazione di lotte proponiamo a tutti i cittadini, alle donne, ai lavoratori del settore sanitario, ai comitati locali, ai sindacati non concertativi e alle forze politiche indipendenti dai governi bipartisan, per SABATO 8 MARZO UNA GIORNATA REGIONALE DI LOTTA PER IL DIRITTO ALLA SALUTE E ALLA SANITA’ PUBBLICA,
poiché è la donna uno dei soggetti più colpiti dai tagli socio/sanitari, dalla crisi sociale, economica e lavorativa che stiamo vivendo.
I temi e gli obiettivi generali che proponiamo di mettere al centro della giornata sono:
Contro l’attacco al sistema socio/sanitario toscano e nazionale
Per la difesa della Legge 194 per l’interruzione volontaria di gravidanza, sottoposta ad attacchi e sabotaggi dagli integralisti cattolici, per scelte che favoriscano la conoscenza e l’uso di contraccettivi con interventi che ne limitino i costi.
Contro la chiusura di consultori e punti nascita.
Contro l’impropria messa in carico alle aziende sanitarie e ospedaliere dei costi dell’assistenza religiosa cattolica.
Per il rilancio di una sanità pubblica finanziata con le risorse pubbliche regalate dai governi nazionali e regionali a banche e speculatori, alle grandi opere inutili, alla produzione e acquisto di armi, alle missioni di guerra all’estero.
Per il diritto alla salute uguale e gratuito per tutti.
L’articolazione della giornata che proponiamo per l’8 marzo non prevede una manifestazione centrale ma un’articolazione locale, con una declinazione territoriale dei temi proposti, in modo da valorizzare e includere nelle mobilitazioni le singole vertenze portate avanti città per città.
Presidi, blocchi, volantinaggi, assemblee, flashmob e ogni altra forma possibile di mobilitazione, a segnare una giornata di lotta condivisa e unitaria, contro la devastazione della sanità, dell’ambiente, del lavoro e quindi della salute delle maggioranze.
Una proposta di mobilitazione e lotta, sulla quale chiamiamo tutte le realtà toscane che si battono in difesa di salute e sanità pubblica a esprimersi, ma soprattutto a partecipare.
Per confrontarci con tutte le forze sociali, sindacali e politiche sulla realizzazione della giornata, sulle possibili convergenze e sulle forme che essa potrà assumere nei vari territori, invitiamo tutte e realtà interessate alla
ASSEMBLEA PUBBLICA CHE SI SVOLGERA' SABATO 1 MARZO ORE 10 a Firenze, presso il circolo ARCI di via delle Porte Nuove.

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